Tutte le scuole e gli uffici pubblici hanno un PC, l’80% delle famiglie è connesso, gli affari si fanno solo online così come le elezioni. Modello vincente esportato in Finlandia

Qual è la prima Digital Nation del mondo? Gli Usa? La Germania? Sbagliato! Si tratta dell’Estonia, piccolo Paese dell’Europa orientale che conta solo un milione e trecentomila abitanti (come Milano) e dove è stato sviluppato Skype dal genio di uno svedese e un finlandese.

Perché il titolo di prima nazione digitale?

Il 100% delle scuole e degli uffici pubblici estoni oggi possiede un computer, l’80% delle famiglie è sul web e il 97% degli affari si concludono online. “Mi chiedo come faccia il rimanente 3%…“, dice ironicamente Siret Shutting, funzionaria del governo in occasione di una delle numerose visite di delegati di altri Paesi per scoprire la ricetta magica del successo dell’Estonia.

“Non esiste nessuna formula o segreto – spiega Taavi Kotka, CIO del governo – Abbiamo scommesso tutto su Internet perché siamo pochi e perché siamo poveri. La trasformazione digitale, iniziata dodici anni fa, era una questione di vita o di morte e di sicurezza nazionale (la Russia ci aveva attaccati elettronicamente). Non avevamo nessun altro modo per portare i servizi pubblici in posti remoti con pochissime persone. Dovevamo trovare un modo per sostituire i dipendenti pubblici con le macchine. Oppure sparire“.

Ma uno Stato basato esclusivamente su Internet, non corre il rischio di “cadere” in caso di blackout o di attacco informatico? “Grazie all’infrastruttura nazionale X-Road – realizzata internamente con un investimento ridotto – non c’è nulla da hackerare e se un server viene attaccato, lo isoliamo dal sistema senza provocare danni” ha tranquillamente spiegato Jaan Priisalu, capo dell’Autorità delle comunicazioni.

Una carta d’identità veramente elettronica

L’elemento centrale del sistema digitale estone è una carta d’identità elettronica (applicabile anche al telefonino con una Sim apposita) che permette ai cittadini di collegarsi al sistema centrale e gestire la maggior parte dei servizi pubblici: pagamenti, firme digitali a scuola e addirittura votare. Basti pensare, infatti, che nel corso delle ultime elezioni 140 mila voti sono stati espressi elettronicamente da 105 Paesi diversi, permettendo così ad ogni cittadino, ovunque si trovasse, di manifestare la propria preferenza.

Rivoluzione digitale distruttiva 

Un processo di digitalizzazione, quello partito agli inizi del 2000, che è stato però una vera e propria repentina rivoluzione: da un giorno con l’altro tutto è cambiato, senza passaggi graduali. L’esempio più eclatante è quello dell’istruzione. L’introduzione dei PC nelle classi è stata più un obbligo: l’insegnante che non li utilizzava non percepiva lo stipendio!
Oltre a queste scelte forzate, a giocare un ruolo determinate nel processo di digital transformation è stato l’intensivo programma di alfabetizzazione digitale. Un programma che ha riguardato tutti i cittadini – nessuno escluso – secondo la volontà del Digital Champion estone, nonché presidente della Repubblica, Toomas Ilves.

Un caso di successo quello estone che è stato esportato efficacemente anche in Finlandia.
Quale sarà il prossimo Paese? Forse l’Italia?