Nell’area a sud della baia di San Francisco sono state fondate numerose delle più famose e redditizie imprese tecnologiche. Come mai tante in un’area così ristretta?

Silicon Valley

Tutto iniziò il 24 Gennaio 1848, quando, a Columa in California, James W Marshall ispezionando un canale progettato per portare l’acqua ad una vicina segheria, fu distratto mentre compiva il suo lavoro. Qualcosa infatti attirò la sua attenzione: piccoli granelli di roccia sul letto del corso gli riflettevano la luce del sole negli occhi. James_Marshall

Ho raccolto uno o due pezzetti e li ho esaminati attentamente – dichiarò successivamente Marshall – Avendo una discreta conoscenza sui minerali, ho subito pensato a due possibili alternative: solfuro di ferro, molto luminoso e fragile, o oro, anch’esso splendente ma più malleabile. Per capire di che materiale si trattasse ho fatto alcune prove e ho notato che quel metallo che tenevo in mano poteva essere trasformato in una forma diversa, ma non rotto…”

Marshall allora non ebbe dubbi: si trattava di oro. Senza rendersene conto la sua scoperta scatenò una serie di eventi che avrebbero cambiato il mondo della tecnologia.

La voce del ritrovamento si sparse molto velocemente, attirando in California oltre 300.000 persone e dando così il via ad un fenomeno passato alla storia come “The Gold Rush”. Questa affluenza di persone portò ad una rapida crescita delle infrastrutture e dei servizi soprattutto attorno alla città di San Francisco e all’omonima baia.

Tra le persone che giunsero in California in cerca di ricchezza c’era un avvocato di New York State, un certo Leland Stanford, che, insieme ai suoi fratelli, si trasferì sulle coste del Pacifico con l’obbiettivo di aprire un grande store di beni di prima necessità destinati alla comunità mineraria. Gli affari crebbero velocemente tant’è che per aumentare maggiormente il proprio business, Stanford investi fortemente nella Pacific Railroad, ferrovia che poi sarebbe diventata la transcontinentale Union Pacific Railroad.

StanfordNel 1861, grazie anche alla posizione di direttore della Pacific Railroad, Stanford fu nominato ottavo Governatore della California e successivamente Senatore degli Stati Uniti d’America, carica che ricoprì dal 1885 al 1893, anno della sua morte. Ma la ragione per cui il politico divenne famoso in tutto il mondo fu per l’università che fondò nel 1885, in onore del figlio prematuramente morto: la Stanford University. L’ateneo, inaugurato nel 1891 e situato nei pressi di Palo Alto, divenne ben presto un centro accademico rinomato in tutto il Paese soprattutto per le scienze e la tecnologia e che, ancora oggi, fa parlare di sé in tutto il mondo.

Hanno infatti varcato le aule dell’ateneo californiano numerosi pensatori e visionari che, dalla seconda metà del 1900, hanno dato vita alle più grandi e influenti società in campo tecnologico. Gli ex alunni di Stanford sono stati i fondatori di compagnie come Apple, Google, Hewlett-Packard (HP), Electronic Arts, Sun Microsystem, Cisco e Yahoo! tutte organizzazioni con sedi nelle zone limitrofe all’Università di Stanford, in un’area che venne soprannominata dal giornalista Don C. Hoefler come Silicon Valley (Valle di Silicio). Il nome fu scelto per indicare la parte meridionale della Baia di San Francisco caratterizzata, in quegli anni, da una forte concentrazione di fabbricanti di semiconduttori e microchip, business entrambi basati sul silicio. Questi centri funsero da polo attrattore per il successivo insediamento di aziende di computer, produttori di software e fornitori di servizi di rete.

Oggi, nelle città della Silicon Valley, tra le quali San Jose, Santa Clara, Cupertino, Mountain View, Sunnyvale (oltre alle già citate San Francisco e Palo Alto) hanno sede società quali Adobe System, ADM, eBay, Facebook, Intel, LinkedIn, Microsoft (divisione hardware), Nvidia, Oracle, Symantec, VMware e Xerox. A queste si devono aggiungere quelle precedentemente nominate: Apple, Cisco, Electronic Arts, Google, Sun Microsystem e Yahoo!

Il girò d’affari di questi colossi è senza dubbio esorbitante: ecco la vera miniera d’oro di un’area che Don C.Hoefler anziché chiamare Silicon Valley avrebbe dovuto battezzare Golden Valley.

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