L’azienda contribuisce alla lotta al cambiamento climatico al COP23 e rafforza il suo impegno per diventare carbon-neutral entro il 2030

Climate Week 2018

In occasione di COP 23 Schneider Electric, specializzata nella trasformazione digitale della gestione dell’energia e dell’automazione, rinforza il suo impegno per diventare un’azienda carbon-neutral entro il 2030.

Nel 2015, al COP21 di Parigi, Schneider Electric aveva annunciato i suoi 10 impegni per la sostenibilità. Questi impegni sono diventanti parte dei parametri rilevati dal Planet & Society Barometer, strumento interno all’azienda creato per tracciare il suo percorso di sostenibilità sociale e ambientali, e sono stati pensati per contribuire agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU. Oltre all’obiettivo della carbon neutrality, Schneider Electric si propone di creare un ecosistema industriale coerente, che coinvolga fornitori e clienti verso l’obiettivo comune della sostenibilità.

Dal 2015 ad oggi Schneider Electric, che da oltre 10 anni è in prima linea nell’impegno per la sostenibilità, ha fatto significativi progressi rispetto agli impegni presi. Nell’ultima misurazione del suo Planet & Society Barometer, che prende in considerazione ben 16 parametri legati allo sviluppo sostenibile, l’azienda ha annunciato di aver superato, un trimestre in anticipo, gli obiettivi che si era posta per l’intero 2017.

Gilles Vermot Desroches, Senior Vice President Sustainability di Schneider Electric commenta: “COP23 ci dà l’opportunità di partecipare attivamente alla mobilitazione della società, per creare consapevolezza sul tema del cambiamento climatico;  ci permette di partecipare alla discussione globale sul tema, e di dimostrare che ci sono tecnologie già disponibili oggi in grado di avere un impatto vero sulla riduzione del consumo di energia e sulle emissioni di gas serra”.

Gli sforzi di Schneider Electric per la sostenibilità sono strettamente allineati con le ambizioni del COP23: giustizia climatica, transizione ad una nuova economia, focalizzazione sul tema dell’adattamento al cambiamento climatico, la relazione tra questioni di genere e cambiamento climatico. In particolare Schneider Electric si pone l’obiettivo di affrontare questi temi chiave:

  • Ciò che fa bene al clima fa bene all’economia. La domanda globale di investimenti in infrastrutture di trasporto, energia, idriche, sviluppo urbano è stimata in circa 6.000 miliardi di dollari all’anno nei prossimi 15 anni. Però, per sviluppare infrastrutture a basse emissioni, basterebbero 270 miliardi di dollari. Schneider Electric ha introdotto i suoi obiettivi “Science-Based Target – SBT – per aiutare le aziende e sé stessa, a capitalizzare le opportunità del nuovo scenario energetico.
  • L’Accesso all’Energia è un diritto umano fondamentale. La lotta al cambiamento climatico non sarà efficace senza considerare i bisogni di 2.3 miliardi di persone che hanno accesso difficile o del tutto assente all’energia. Schneider Electric promuove attivamente l’accesso all’energia in vari modi. Energy Access Ventures, un fondo sostenuto da Schneider Electric che investe nel far crescere imprese che affrontano il tema della carenza di elettrificazione nell’Africa Subsahariana usando tecnologie e modelli di business innovativi, ha assicurato un impegno di 54,4 milioni di Euro per offrire energia a 1 milione di persone entro il 2020.
  • Offrire nuove soluzioni per città più efficienti, vivibili e sostenibili. Per Schneider Electric, una città sostenibile è un centro urbano in cui infrastrutture ed energia si sviluppano insieme.  La piattaforma EcoStruxure di Schneider Electric rende possibile fare questo, aiutando partner e clienti a guidare un nuovo mondo dell’energia in cui ci sia più energia, più digitalizzazione, ma anche meno emissioni di anidride carbonica e una distribuzione più decentralizzata dell’energia stessa. Schneider Electric usa le sue soluzioni anche per far diventare i propri edifici e data center più efficienti nel consumo di risorse e più profittevoli.
  • Carbon pricing: l’introduzione di meccanismi solidi, chiari e prevedibili di carbon pricing, che prendano in considerazione le specificità delle varie zone del mondo, insieme all’adozione di quadri di policy ambiziosi e a lungo termine che favoriscano le soluzioni a basse emissioni ed incentivino l’innovazione, sono essenziali per ridurre la produzione di CO2. Schneider Electric ha già adottato un “prezzo interno” della CO2 nel quadro dei vari programmi per ridurre la sua impronta di emissioni, che includono anche l’essersi posta obiettivi di efficienza energetica molto ambiziosi; introdurre progetti per l’uso di energie rinnovabili; ottimizzare la sua logistica, come ad esempio i percorsi di trasporto e il tasso di riempimento dei container; un design ecologico dei suoi prodotti che prenda in considerazione in primis il tema delle emissioni di Co2.
  • Aumentare la consapevolezza sulla sostenibilità è cruciale per rendere il mondo più “verde”: fare di più con meno è possibile ora, ma per affrontare con successo il cambiamento climatico dobbiamo coinvolgere e cambiare comportamenti, in tutta la società. Schneider Electric e la sua Fondazione, sotto l’egida di Foundation de France, sono impegnate ad aumentare la consapevolezza fra dipendenti, clienti, partner, azionisti in tutto il mondo. Vogliamo dimostrare che la creatività e l’innovazione sono leve chiave per accelerare il cambiamento, offrendo al pubblico nuovi modi di agire e di riflettere sul tema, mettendosi in gioco. Schneider Electric sviluppa anche strumenti come il “footprint calculator” che permettono agli utenti di misurare quanto chiedono alle risorse naturali e capire quando superano il limite di capacità di rinnovamento delle risorse terrestri.
  • L’importanza della parità di genere per la transizione energetica.  La presidenza delle Isole Fiji di COP23 si focalizzerà sull’enorme sproporzione che rende più vulnerabili le donne e su come aiutarle ad essere più resilienti. Schneider Electric supporta programmi di formazione e imprenditorialità rivolti alle donne e ha l’obiettivo per il 2017 di avere l’85% dei dipendenti al lavoro in paesi dove è stata raggiunta la parità salariale.