Le piccole e medie imprese hanno consolidato positivamente le dinamiche in atto, facendo registrare risultati migliori anche rispetto alle grandi. Le PMI confermano la crescita di fatturato, valore aggiunto e margini lordi

PMI: in Italia una su due non possiede un sito internet

In occasione dell’incontro Osservitalia, Cerved, azienda attiva nell’analisi del rischio di credito e nella gestione degli NPL, ha presentato i risultati del Rapporto Cerved PMI 2017, la pubblicazione annuale dedicata all’analisi dello stato di salute economico-finanziaria delle società italiane che rientrano nella definizione europea di Piccole e Medie Imprese.

Il Rapporto mostra che si è rafforzato e ha preso slancio l’aumento del numero delle PMI grazie soprattutto alla crescita registrata dalle microimprese. Se nel 2015 si era verificata una prima inversione di tendenza, nel 2016 si è osservato un ulteriore incremento: sono oltre 5 mila le nuove imprese. Un aumento robusto che porta il totale delle piccole e medie imprese a quota 145 mila unità.

Analizzando gli indicatori economico-finanziari, oltre a più ricavi, valore aggiunto e migliori margini lordi, si rileva come le PMI abbiano considerevolmente accresciuto gli investimenti che, rapportati alle immobilizzazioni materiali, passano dal 6,2% del 2015 al 7,8% del 2016. Si tratta di un dato particolarmente indicativo della solidità della crescita, se consideriamo che si tratta di una propensione diffusa tra le imprese di tutte le dimensioni e in tutti i settori, compresi quelli che in passato avevano mostrato tendenze altalenanti come le costruzioni.

“Il numero di PMI è tornato a crescere e la redditività si avvicina ai livelli pre-crisi con una ripresa che ha basi finanziarie e reddituali molto solide. Tuttavia è necessario aumentare la produttività delle nostre imprese e accelerare il ritmo di crescita, troppo indietro rispetto a quello degli altri principali paesi europei – commenta Marco Nespolo, Amministratore Delegato di Cerved – A tal fine, sarà decisivo sfruttare il potenziale di Industria 4.0: la trasformazione tecnologica dei processi produttivi implica la possibilità di automatizzare molte mansioni e, allo stesso tempo, apre nuove opportunità di creazione di posti di lavoro ad alto valore aggiunto”.

“In questo contesto di progressivo consolidamento è necessario che le imprese italiane investano maggiormente in innovazione – prosegue Nespolo – Le condizioni per investire di più esistono: secondo le nostre stime, le imprese hanno margini per ulteriori 103 miliardi di euro per finanziare gli investimenti mantenendo, al tempo stesso, estremamente contenuto il profilo di rischio. Si tratta, quindi, di ampliare l’offerta del settore finanziario, promuovendo l’accesso al credito anche alle piccole imprese che ancora oggi non sfruttano risorse finanziarie esterne.”