Grazie all’intelligenza artificiale, i professionisti del marketing possono consegnare le pubblicità migliori alle persone giuste nel momento adatto

programmatic

Nonostante la rivoluzione portata dal programmatic, troppe pubblicità raggiungono ancora l’obiettivo sbagliato e comunicano il messaggio o il prodotto errato. Tuttavia, esiste una soluzione: l’intelligenza artificiale, capace di prendere migliaia di decisioni ogni millisecondo sulla base di dati nuovi e rilevanti, aiutando i marketer a ottenere risultati migliori e mostrare pubblicità più coinvolgenti e mirate agli utenti.

“Oltre a essere professionisti del marketing, siamo anche clienti e sappiamo cosa significhi ricevere pubblicità non pertinenti, che preferiamo ignorare. Il 91% dei consumatori dichiara che le pubblicità sono più intrusive oggi rispetto a due anni fa. Questo significa che le persone spesso notano le pubblicità ma solo per motivi negativi”, ha commentato Enrico Quaroni, Regional Director Southern Europe and Mena Region di Rocket Fuel. “Abbiamo tutti gli strumenti per migliorare la situazione ma molti dati della navigazione degli utenti – come la cronologia delle ricerche, i social visitati e molto altro – sono ancora poco o per nulla utilizzati. Il risultato, come sappiamo, sono campagne maldestramente targettizzate che non riescono a raggiungere l’audience desiderata”.

Per permettere ai marketer di proporre agli utenti il giusto prodotto nel modo migliore, le piattaforme self-service odierne offrono quelle che vengono chiamate “creatività dinamiche”: grazie all’automazione intelligente è possibile creare AD in 36 dimensioni e formati pubblicitari, coprendo tutti i principali dispositivi, senza bisogno di intervento umano. Inoltre, il processo di dynamic creative optimisation (DCO) seleziona il prodotto – o la combinazione di prodotti – che ha maggiori probabilità di avere successo, veicolandolo con la pubblicità migliore nel momento adatto.

L’intelligenza artificiale effettua le proprie scelte sulla base delle abitudini di navigazione dell’utente ma in modo predittivo, evitando di mostrare un prodotto già acquistato. In questo modo è possibile migliorare il costo per acquisizione del 46%.

“L’utilizzo degli adblocker è in rapida crescita ma gli utenti non sono così contrari alle pubblicità come può sembrare: secondo una ricerca condotta da HubSpot, il 77% delle persone preferirebbe filtrare le pubblicità invece di bloccarle completamente”, ha aggiunto Quaroni. “Mostra a un utente un prodotto che non gli interessa e lo ignorerà, ma se trovi il prodotto giusto le possibilità di conversione aumenteranno immediatamente”.