Google si costituisce in giudizio per 25 dollari davanti al Giudice di Pace di Rometta (ME) e viene condannata

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A Rometta, in provincia di Messina, Google si è costituita in giudizio per non aver voluto restituire 25 dollari, perdendo la causa contro il programmatore che l’aveva chiamata in giudizio. Ma andiamo con ordine e vediamo cosa è successo esattamente. A Martino Giorgianni, fratello dello sviluppatore software Davide Giorgianni, titolare della One Multimedia, la chiusura ingiustificata del proprio account di distribuzione di App sul Play Store di Google non era andata giù. Ancora meno era andato giù che, per aprirlo, aveva dovuto versare alla Google Payment la somma di 25 dollari, mai rimborsatagli dopo la chiusura dell’account che non aveva nemmeno avuto la possibilità di utilizzare.

Ma già Davide, vistosi “espulso” senza appello da Google dalla possibilità di vendere le proprie App per Android, si era dovuto rivolgere al Tribunale, inviando citazione alla società statunitense. Martino, con l’assistenza dell’Avv. Andrea Caristi, del Foro di Messina, ha citato – citando l’art 4 del Reg. CE n. 861/2007 c.d. “procedimento europeo per le controversie di modesta entità” –  la Google Payments, innanzi al Giudice di pace di Rometta, per richiedere la restituzione dei 25 dollari.

Google si costituiva in giudizio, producendo corposa memoria difensiva e sollevando numerose eccezioni di giurisdizione, asserendo la competenza dei Tribunali U.S.A. di Santa Clara (California) ovvero del Regno Unito (Galles) ma il Giudice di Pace di Rometta, ritenuta la sua competenza e giurisdizione ha condannato il colosso a restituire a Martino i 25 dollari ed a pagargli le spese del giudizio.