Una ricerca condotta da Juniper Networks sostiene che allineare IT e C-level è fondamentale per la trasformazione del business

Digital Transformation Index: la corsa delle aziende italiane

Secondo una recente indagine online condotta da Wakefield Research per conto di Juniper Networks, specializzata nella tecnologia a supporto di reti automatizzate, scalabili e sicure, le aziende devono evolvere la loro infrastruttura IT poiché impreparate all’inevitabile impatto della digital disruption. I risultati della ricerca, cui hanno risposto oltre 2.700 manager tra decisori IT e uomini di business, indicano inoltre che, mentre da un lato le tecnologie di rete e l’automazione stanno producendo più benefici di quanto fosse previsto, il vero problema oggi è rappresentato da una crescente carenza di competenze idonee.

Le aziende, infatti, si trovano ora a un punto di flesso: per rimanere competitive, è necessario anticipare ogni imminente perturbazione ripensando totalmente il proprio approccio all’IT. Ma i dati raccolti da Wakefield indicano anche che lo scollamento tra IT e C-level sta rallentando la trasformazione del business, l’unica cosa che può permettere alle aziende di continuare a crescere. Quali sono le considerazioni degli intervistati?

1. Il problema comune alla maggior parte delle aziende è il costo dell’innovazione, con le tecnologie legacy che non vengono aggiornate in funzione delle necessità del business. Gli insufficienti investimenti IT creano una barriera all’innovazione impedendo alle imprese di tenere il passo del cambiamento e restare competitive. La situazione è maggiormente aggravata dalla quantità di infrastrutture IT ormai obsolete. Poiché molte organizzazioni hanno un’infrastruttura frutto della crescita incontrollata di prodotti di diverse generazioni, un livello aggiuntivo di complessità di rete rischia di trattenere l’azienda nella sua infrastruttura chiusa e rigida caratterizzata da una gestione ad alta intensità di lavoro umano, strutture dei costi disallineate e, spesso, funzioni di sicurezza inadeguate. Oltre la metà degli intervistati ha dichiarato che l’infrastruttura IT della propria azienda potrebbe probabilmente creare un ostacolo all’implementazione di nuovi prodotti o servizi.

2. I dati indicano inoltre che i dipartimenti IT non si sentono pronti ai prossimi cambiamenti: quasi metà (45%) dei decisori IT crede che almeno un quarto del proprio staff non abbia le competenze necessarie per sopravvivere professionalmente oltre 5 anni. Più della metà degli intervistati (55% degli ITDM e 51% dei BDM) pensa che entro due anni nel loro settore farà la sua comparsa una nuova tecnologia, prodotto o servizio dirompente. Ma allo stesso tempo quasi metà (46% degli ITDM e 50% dei BDM) ritiene che ci vorranno uno o due anni perché la propria azienda possa sviluppare e supportare un prodotto o servizio rinnovato, se sollecitata dalla concorrenza. Se guardiamo alla velocità in cui il cambiamento avviene – pensiamo ad esempio a certe startup nate nel cloud o ai fornitori OTT che hanno letteralmente scardinato mercati preesistenti – uno/due anni è un lasso di tempo troppo ampio.

3. Per anticipare la curva della trasformazione, lo studio afferma che le aziende dovrebbero investire prioritariamente nell’automazione della rete: sia i decisori IT sia quelli business vedono l’automazione delle reti e l’IT come un tassello fondamentale della competitività futura nella propria azienda. Fra gli ITDM che già usano sistemi SDN (Software Defined Networking) o NFV (Network Function Virtualization) quasi tutti (93%) concordano nel dire che questi elementi abbiano dato loro un significativo vantaggio sulla concorrenza. Inoltre, le aziende che hanno adottato o SDN (per l’interconnessione cloud, data center virtuali e automazione della sicurezza) o NFV (per la virtual security, il virtual routing e l’ottimizzazione WAN) hanno tutte riferito di avere ottenuto più vantaggi e funzionalità di quanto avessero previsto.

4. I risultati mostrano infine una grande opportunità. I maggiori decisori di tutte le organizzazioni incluse nello studio riconoscono la necessità del coinvolgimento dei C-level nelle decisioni tecnologiche, dove la rete è al centro della trasformazione del business. L’introduzione di nuove iniziative formative, infatti, consente di apprendere le competenze pratiche tanto cercate consentendo a IT manager e decisori di conservare un ruolo in uno scenario tecnologico in rapida trasformazione.

Per risolvere il problema della carenza di competenze, il mondo del networking offre supporto con svariati workshop sull’automazione delle reti, programmi di formazione e risorse di laboratorio dedicate per garantire che le organizzazioni possano capitalizzare sulle opportunità che emergono dalla trasformazione digitale. Globalmente gli investimenti in IT e automazione delle reti sono visti come ciò che offre ad aziende di ogni dimensione e di ogni settore i mezzi per azzerare le differenze e anticipare la trasformazione. È anche con questi obiettivi che Juniper Networks ha recentemente annunciato l’espansione del suo OpenLab: sei nuove sedi in Nord America, Europa e Asia. I due primi OpenLab, aperti lo scorso ottobre a Londra e Amsterdam, mettono a disposizione di clienti, partner, ricercatori e altri esperti un ventaglio di risorse quali programmi formativi, sandbox SDN e test di interoperabilità per NFV, così da diffondere la conoscenza sulle tecnologie emergenti di automazione e virtualizzazione.