Una nuova ricerca rivela che i dipartimenti IT sono sempre più impegnati nel rispondere alle richieste di servizio e nella risoluzione dei problemi e, di conseguenza, non dedicano abbastanza tempo all’innovazione

IA, IoT, 5G: tutti gli hashtag della tecnologia del futuro

Un nuovo report pubblicato da Dimension Data, focalizzato sull’ottimizzazione delle operazioni IT quale elemento trainante verso la trasformazione digitale, evidenzia che lo staff dedicato alle operazioni IT sta investendo più del 30% del proprio tempo per evadere le richieste di nuovi servizi e per supportare la risoluzione delle problematiche, mentre solamente il 15% del tempo viene destinato all’innovazione. Questo rappresenta un calo del 25% anno su anno – così come la domanda di capitalizzare sul miglioramento dell’ingaggio con i clienti, di adozione dell’Internet of Things (IoT) e dell’utilizzo dei big data e data analytics sta contribuendo all’innovazione IT in modo imprescindibile all’interno delle organizzazioni.

Il messaggio è chiaro: le aziende che non trasformano i propri modelli di business potrebbero perdere opportunità di mercato future.

Secondo Bill Padfield, Group Executive for Services di Dimension Data, il report evidenzia come l’automazione sia essenziale per l’ottimizzazione delle operazioni IT.

“Le organizzazioni IT più preparate hanno ben chiaro che, se non si focalizzano oggi sulle efficienze, potrebbero mancare interessanti opportunità di mercato future. Le competenze di Dimension Data in area automazione e orchestrazione permettono ai clienti di concentrarsi su processi e attività di business. Grazie ad un migliore sfruttamento delle risorse, essi sono in grado di focalizzarsi maggiormente sul mantenere la propria competitività, introdurre risorse a valore, interagire con i propri clienti attraverso i loro canali preferenziali e sfruttare i propri dati per ottimizzare le operazioni.”

Negli ultimi dieci anni, la tecnologia ha progressivamente permesso di ottenere sempre maggiore efficienza: dal risparmio dei costi alla redistribuzione del lavoro, contribuendo a snellire le operazioni e a soddisfare le aspettative degli azionisti. Ciò nonostante, con l’ascesa dell’era digitale, le efficienze di per se stesse non sono più sufficienti. Le operazioni IT devono supportare l’execution delle nuove iniziative di digital business e fornire un’infrastruttura IT altamente disponibile che soddisfi la richiesta degli utenti finali. Questo richiede l’ottimizzazione IT sostenibile in grado di offrire un migliore service level agreements (SLAs), maggiori efficienze e un’infrastruttura più performante e che, al tempo stesso, minimizzi il rischio di inattività. Ma liberare risorse a favore dell’innovazione continua a rimanere una sfida.

Se, da un lato, le organizzazioni comprendono il valore dell’evoluzione delle proprie operazioni IT per diventare più strategiche e meno tattiche, dall’altro, la maggior parte dei team IT e di sviluppo interni stanno ancora cercando di tenere il passo. Infatti, gran parte delle aziende coinvolte nella creazione del report affermano che ancora oggi monitorano e calibrano il proprio IT in modo disgiunto; solo il 14% delle aziende afferma che la propria infrastruttura è predisposta per la digitalizzazione.

Sulla base di quanto affermato dal report, solamente il 20% delle organizzazioni dichiara di aver automatizzato e ottimizzato completamente la propria infrastruttura, mentre la maggioranza sta percorrendo la strada dell’automazione ma non ha ancora raggiunto i propri obiettivi.

  • Il 9% delle organizzazione non è dotata di automazione
  • Il 13% possiede un’automazione limitata
  • Il 32% possiede di un livello medio di automazione e orchestrazione
  • Il 25% è altamente automatizzata

Padfield afferma che alcune delle ragioni per cui le organizzazioni IT sono in ritardo possono essere attribuite al budget, all’esperienza e alla competenza. “Una trasformazione digitale di successo richiede il giusto mix persone, processi e strumenti. Ciò nonostante, le piattaforme per l’automazione dei servizi sono costose e richiedono tempo per sviluppare e integrare efficacemente gli ambienti IT ibridi.”