In Italia il 16% dei lavoratori e il 38% delle persone tra i 18 e i 35 anni è finanziariamente escluso, contro una media europea rispettivamente del 33% e 35%.

Mastercard presenta i risultati della nuova ricerca condotta con Ipsos che indaga la percezione sull’inclusione finanziaria da parte dei consumatori europei.

I dati della Banca Mondiale[1] riferiscono che 138 milioni di europei sono finanziariamente esclusi dal sistema poiché non possiedono un conto bancario e non hanno accesso a servizi e tecnologie di pagamento. Lo scopo dello studio di Mastercard è quello di indagare le ragioni e le cause che si celano dietro a questa percezione diffusa in tutta Europa, e individuare e studiare le fasce di popolazione coinvolte.

Secondo l’analisi di Mastercard, in Europa, un terzo dei lavoratori con un impiego a tempo pieno e il 35% degli intervistati di età compresa tra i 18 e 35 anni, si sente finanziariamente escluso, e il 27% afferma di non avere accesso a prodotti e servizi finanziari. Inoltre, sorprendentemente, ben l’87% degli intervistati che si dichiarano esclusi finanziariamente, ha vissuto nello stesso paese per tutta la sua vita. Il 38% usa il contante per pagare l’affitto e l’88% per effettuare ogni genere di acquisto.

Tuttavia, come rivelano i dati, questa stessa fascia di popolazione registra un aumento dell’utilizzo e della diffusione della tecnologia. In Europa, infatti, l’accesso alla tecnologia via smartphone è aumentato sensibilmente, passando dal 29% al 49% negli ultimi 3 anni ed evidenziando un netto distacco tra le due categorie di persone: coloro che utilizzano i device e le tecnologie e coloro che non hanno accesso a prodotti e servizi finanziari.

La costante necessità, per queste persone, di affidarsi al contante le rende estremamente a rischio di perdita e furto di denaro e aumenta il rischio di essere coinvolte in dispute riguardo i pagamenti. Il contante infatti non è tracciabile e non consente di predisporre pagamenti in anticipo o programmati. Questo atteggiamento può inoltre condurre a metodi di pagamento alternativi, che possono causare l’indebitamento.

Ann Cairns, Presidente dei Mercati Internazionali di Mastercard, ha commentato“Per molte persone il concetto di esclusione è spesso visto come un problema che riguarda i mercati in via di sviluppo, ma la nostra analisi mostra chiaramente che si tratta di un problema che interessa anche l’Europa e tutto il mondo. L’esclusione ha un importante impatto sulla qualità della vita delle persone, perché nega loro i servizi più fondamentali e la possibilità di scegliere una maggiore protezione, praticità e l’accesso ad un’economia globale. Oggi strumenti e tecnologie possono essere messi a disposizione di tutti con facilità, dimostrando che è possibile risolvere quindi questo problema, anche avviando strette collaborazioni e investimenti in istruzione ed innovazione.”

Secondo la ricerca, infine, la mancanza di informazione e la sfiducia nel settore bancario, spingono i consumatori a decidere di non aprire un conto corrente e di non accedere ai servizi ad esso collegati.

Il 20% dei rispondenti, infatti, dichiara di non volere un conto bancario e un ulteriore 10% afferma di non fidarsi delle banche e di non voler affidare loro i propri risparmi.

Oltre all’istruzione e all’innovazione, anche le soluzioni prepagate digitali e i pagamenti elettronici possono contribuire a colmare il divario tra tecnologia e accesso ai servizi finanziari.

La realtà italiana: digitale

I dati Mastercard sull’Italia rivelano che, coloro che affermano di sentirsi finanziariamente esclusi sono lavoratori a tempo pieno (16%) e disoccupati in cerca di lavoro (19%), e il 38% di loro ha un età che varia tra i 18 e i 34 anni. In linea con il trend europeo, ben il 97% degli italiani che non ha accesso a prodotti e servizi finanziari ha vissuto tutta la sua vita nello stesso paese e città, percentuale più alta rispetto alla media europea.

Quando invece si parla di contante, i nostri connazionali hanno dichiarato di agire in modo diverso, in base al tipo di acquisto che devono effettuare. Solo il 9% degli italiani intervistati, infatti, paga l’affitto e il proprio mutuo in contanti (contro una media europea del 38%), circa il 50% sceglie il contante per pagare le bollette e ben il 75% utilizzare il pagamento in contante per l’acquisto di beni e servizi, come capi di abbigliamento, generi alimentari e viaggi, dimostrandosi in linea con la tendenza europea.

L’Italia è tra i paesi in cui il mondo digitale e i servizi ad esso legati, stanno diventando una realtà sempre più concreta. Secondo lo studio il 51% degli italiani si considera digitalmente incluso e l’accesso alle tecnologie attraverso smartphone e altri dispositivi, ha registrato un incremento del 44% dal 2013 al 2016. Il 52% degli italiani ha accesso alle tecnologie, il 55% può usufruire di internet illimitato e il 68% possiede uno smartphone.

Questo ha portato anche un aumento del numero di utenti che hanno accesso a prodotti e servizi finanziari: in Italia, infatti, il 45% dei rispondenti è incluso finanziariamente, contro una media europea del 27%.

Per il 91% degli italiani l’educazione è fondamentale per poter affermare di essere un paese ed una società aperta ed inclusiva, l’80% attribuisce un ruolo chiave alle tecnologie di ultima generazione e al loro utilizzo e per il 61% è importante avere accesso a sevizi e prodotti finanziari. Infine, il 72% degli italiani intervistati crede che un aumento di infrastrutture digitali possa accrescere i livelli di inclusività finanziaria nel loro paese.

“Sebbene i risultati europei riguardo all’inclusione finanziaria non siano rassicuranti, l’ampia diffusione delle tecnologie, come ad esempio gli smartphone, dimostra anche in Italia che il digitale è sempre di più la soluzione per l’inclusione dei consumatori nel sistema finanziario. Grazie alle nuove soluzioni tecnologiche, sarà possibile garantire a tutti i benefici di una società più inclusiva, e dunque più equa e giusta.” ha concluso Paolo Battiston, Division President di Mastercard Italy & Greece.

[1] Dati World Bank: http://databank.worldbank.org/data/reports.aspx?source=1228