Si tratta del primo reale intervento in tema di prevenzione della corruzione, in grado di fornire alla comunità globale codici di comportamento ai quali aderire su base volontaria

Come abbattere i livelli di corruzione nei rapporti fra privati e pubblico? Come incidere in modo virtuoso sul sistema degli appalti pubblici? Ma anche: come fornire alle imprese, in primis quelle internazionali, un modello di comportamento che possa anche rappresentare una tutela preventiva nel caso di indagini e inchieste o anche solo nella scelta di partner affidabili?

Una risposta che ha le caratteristiche di una vera e propria svolta, è stata – secondo Bureau Veritas Italia che ha lanciato per primo una vera e propria campagna di sensibilizzazione a livello italiano e che considera strategico il suo ruolo nel campo allargato della legalità – fornita in questi giorni dalla International Standard Organization con la pubblicazione della ISO 37001: si tratta del primo reale intervento in tema di prevenzione della corruzione, in grado di fornire alla comunità globale codici di comportamento ai quali aderire su base volontaria; ovvero standard internazionali e un linguaggio comune che consentano di superare, attraverso una scelta a monte e una condivisione totale, gran parte delle contraddizioni e dei conflitti esistenti anche fra le diverse normative nazionali in tema di “bribery”.

La novità, infatti, non sta tanto nelle norme, ma nella filosofia della certificazione. In un mondo globale in cui la ricerca di vie efficaci per combattere la corruzione è affidata a sempre nuove norme, sempre più stringenti, ISO 37001, in quanto scelta volontaria delle aziende che chiedono di essere certificate e quindi si adeguano a standard che rendano sempre più stretti gli spazi per pratiche corruttive, cambia la prospettiva. Sono le aziende stesse a decidere a priori l’adesione a un sistema sano diventando quindi alleate e parte integrante di un quadro normativo che comprende istituzioni, soggetti pubblici e imprese private.

La norma ISO si propone quindi come un modello gestionale e ha racchiuse in sé le caratteristiche per diventare un vero e proprio sistema aziendale standardizzato e verificabile che sia sempre meno esposto alle infiltrazioni della corruzione.

La ISO 37001 è una norma certificabile, un modello che sta conferendo a Bureau Veritas Italia gli strumenti per certificare sistemi di gestione affidabili e che presumibilmente avrà un impatto iniziale concentrato nei settori maggiormente caratterizzati da appalti pubblici, ovvero la sanità, il comparto farmaceutico e l’edilizia.

“Sarebbe sbagliato – commentano fonti di Bureau Veritas, la multinazionale della certificazione che per prima si è impegnata in modo convinto nel campo della legalità – pensare alla ISO 37001 come a una rivoluzione. Si colloca infatti sulla linea di pensiero della legge 190 in Italia e il modello organizzativo previsto dalla 231 o del Bribery Act del diritto britannico, consentendo però a tutti i soggetti che interagiscono, ad esempio nel mercato degli appalti, di disporre di un strumento operativo concreto. Uno strumento che consenta alle imprese di tracciare un risk-assessment sulla loro struttura aziendale (evidenziando ovviamente le aree di rischio ai fini della corruzione), ma anche di attuare una due-diligence sui partner coinvolti in uno stesso business o in uno stesso appalto.

Il nuovo sistema certificato da un soggetto terzo non sarebbe solo al servizio del sistema delle imprese o del mercato degli appalti chiamati a rispettare norme esterne alla loro struttura; renderebbe le imprese, e quindi anche i soggetti pubblici, direttamente protagonisti e responsabili del processo attraverso un impegno diretto delle aziende chiamate sotto gli obblighi di una certificazione virtuosa a cambiare standard di relazioni e rapporti.