È giunto il momento di spingere sull’acceleratore per far ripartire l’Italia

evoluzione e rivoluzione

Si è conclusa i la prima giornata del Digital Italy Summit 2016, evento annuale organizzato da The Innovation Group che si propone come momento di riflessione sul tema, oggi quanto mai attuale, della crescita digitale del Paese. “Non vogliamo fare l’ennesimo evento sui bit and bytes dell’Agenda Digitale” afferma Roberto Masiero, Presidente di The Innovation Group. “L’Agenda Digitale è importante, ma è tempo ormai di parlare di execution della trasformazione digitale”.

“L’attuale livello di crescita del Paese ci fa immaginare che nei prossimi anni sia possibile chiudere il gap di competitività del nostro Paese: questo è l’obiettivo” ha affermato in conclusione della giornata Antonello Giacomelli, Sottosegretario del Ministero dello Sviluppo Economico. “Il Paese non si può più permettere e non permetterà più che il percorso di trasformazione digitale venga vincolato dalla volontà dei singoli, il percorso è stato imboccato”.

Le politiche per l’innovazione digitale – Oggi il tema della trasformazione digitale è entrato finalmente nell’agenda del governo, portando una nuova positività tra gli esperti e gli operatori del settore.

“Sono in generale meno pessimista rispetto al passato sul processo di digitalizzazione del Paese” ha detto Franco Bassanini, Presidente di Fondazione Astrid. “È cominciata la rincorsa del nostro Paese, siamo recentemente entrati nel gruppo dei fast mover nella classifica dell’ I-Com e sicuramente la forte impronta digitale che il Ministro Calenda ha dato alla Legge di Bilancio è un segnale molto positivo”.

A fronte di una maggiore positività, d’altra parte, emerge anche la consapevolezza della necessità di fronteggiare alcune sfide e criticità che devono ancora essere affrontate nel percorso di execution del digitale.

“Oggi alcuni progetti di digitalizzazione della PA e del Paese sono in corso, c’è una progettualità avviata” afferma Antonio Samaritani, Direttore Generale dell’AGID. “Questo però non basta: sono partiti i progetti “infrastrutturali” del Paese (banda ultralarga, SPID, Pago PA, ecc), ora occorre cambiare il modo di fare i servizi, creare gli ecosistemi ed abilitare l’interoperabilità”.

Occorre inoltre migliorare alcuni aspetti del processo operativo verso la digitalizzazione del Paese: in particolare, il tema della velocità dell’attuazione dei progetti e delle competenze diventano centrali per riuscire a recuperare il ritardo in cui si trova il Paese.

“È necessaria un’accelerazione straordinaria per portare il digitale in Italia” ha detto Agostino Santoni, Presidente Assinform e Amministratore Delegato di Cisco Italia. “Questo è il momento di agire: se vogliamo accelerare il percorso che stiamo affrontando dobbiamo chiudere un gap fondamentale, quello tra la strategia e l’operatività”. Aggiunge inoltre Fabio Spoletini, Amministratore Delegato di Oracle Italia: “Dobbiamo investire in ricerca e dobbiamo focalizzarci: la ricerca diventa fondamentale per ripensare il futuro del Paese, serve infatti creare un patrimonio intellettuale da capitalizzare per il futuro”.

Infrastrutture, piattaforme digitali e nuovi ecosistemi

Introdurre il digitale all’interno delle imprese significa abilitare nuove funzioni, nuovi modelli e nuovi meccanismi di funzionamento: in questa logica, diventano centrali le aziende – piattaforma, ovvero quelle aziende che diventano aggregatori di servizi, risorse e player appartenenti a mercati distinti, ma collegati.

“Oggi è impossibile affrontare il mercato senza una logica trasversale ai mercati” ha detto Mauro Capo, Accenture Cloud Domain Lead – Italy, Central Europe and Greece. “Non sarà un caso che ormai le top company al mondo sono proprio quelle che hanno basato il proprio business su una logica di piattaforma e di aggregazione”.

Un esempio italiano di impresa che sta abbracciando questa logica è FS: “Il digitale ci può portare ad offrire ai passeggieri non più i tradizionali servizi di trasporto, ma dei servizi door-to-door, integrando servizi e percorsi di trasporto differenti con una unico titolo di viaggio” afferma Gianluigi Castelli, Direttore Centrale Innovazione e Sistemi Informativi di Ferrovie dello Stato. “FS si può trasformare in una piattaforma di integrazione di servizi”.

Per affrontare il tema delle piattaforme e dell’integrazione non si può però non tenere in considerazione gli aspetti tecnologici abilitanti: a questo riguardo, indubbio è ormai il potenziale delle API (Application Programming Interfaces), che consentono di introdurre logiche di interoperabilità, di apertura e di integrazione dei dati e dei servizi.

“Oggi si sta assistendo ad una divergenza negli investimenti digitali: si parla di interoperabilità, di servizi complessi, ma si sta investendo nelle App, che sono sostanzialmente sistemi verticali, e non nelle API”, ha detto Anna Pia Sassano, Responsabile Architetture Digitali e Servizi per la PA, Poste Italiane. Aggiunge Alfonso Fuggetta, CEO di CEFRIEL “Oggi tutti stanno parlando di API: non sono però sicuro che tutti abbiano compreso cosa occorra per creare e pubblicare API”.

Il nuovo CAD, la digitalizzazione dei servizi e la delegificazione del digitale

Il nuovo CAD (Codice dell’Amministrazione Digitale), diventato legge lo scorso settembre, è sicuramente un altro tassello fondante il processo di digitalizzazione dei servizi e del Paese. Tante sono le novità introdotte, dal domicilio digitale allo SPID e alla cultura digitale, solo per citarne alcune: cosa ne pensano però gli esperti e gli addetti ai lavori?

“Nel CAD ci sono fin troppe cose” afferma il prof. Carlo Alberto Carnevale Maffè della SDA Bocconi. “Quello che manca è l’adoption, ovvero mettere in campo dei meccanismi che supportino l’adozione massiva del digitale nel Paese”.

Aggiunge Antonella Galdi, Vice Segretario Generale ANCI: “Sul tema dell’adoption è sicuramente centrale la necessità di diffusione delle competenze dei cittadini e di aggregazione degli enti locali”.

Il nuovo CAD coinvolge inoltre l’operato degli enti locali e delle aree urbani. Anche in questo caso, il tema dell’adoption torna ad essere centrale: “occorre prendere in mano la situazione e raccogliere le sfide del digitale” esordisce Roberta Cocco, Assessore alla Trasformazione Digitale del Comune di Milano. “Gli enti locali devono allinearsi alle linee guida centrali e fare la loro parte”.

“Forse di digitalizzazione sulla carta se ne è parlato fin troppo, anche nelle leggi” conclude Flavia Marzano, Assessora Roma Semplice del Comune di Milano. “Ora occorre agire e mettere in atto questo processo di trasformazione”. A questo riguardo, sottolinea però Antonio Palmieri, Parlamentare della Camera dei Deputati, “non c’è ancora una domanda politica che diventi sanzione politica”: non si scende in piazza per il digitale, e questo è qualcosa che in qualche modo frena ancora la percezione dell’inevitabilità della digitalizzazione.

Il tema del nuovo CAD rientra d’altra parte in un ambito più generale, quello della produzione di leggi legate al digitale. “Occorre delegiferare in modo importante: meno codici e più codice” ricorda a questo riguardo Guida Scorza, Managing partner di E-Lex Studio Legale, sottolineando come questo sia il momento di agire concretamente nella trasformazione digitale del Paese, senza irrigidire ulteriormente il processo con un’intensa attività legislativa.

Trasporti, sanità, sicurezza e pagamenti

Gli ecosistemi digitali sono la massima espressione del processo di trasformazione digitale del Paese: si tratta di creare dei macro- ambiti condivisi dove operatori differenti possono mettere a fattor comune dati e servizi per favorire la generazione di valore. Uno degli ecosistemi più urgenti è indubbiamente quello della sanità: in questo ambito, uno dei progetti fondamentali è il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), cui ha accennato Maria Pia Giovannini dell’AGID, un progetto che vuole mettere a sistema la conoscenza e le informazioni relative al profilo sanitario del cittadino. Un altro ecosistema a cui rivolgere l’attenzione è quello dei trasporti: è infatti evidente come in questo ambito si sia di fronte ad un cambio epocale, ad una rivoluzione che rimette al centro dell’esperienza il viaggiatore “Attualmente in Lombardia è disponibile un unico abbonamento per i treni, a cui si sono aggiunti altri 50 operatori del trasporto” afferma Filippo Massimo Pipitone, Amministratore Delegato di NordCom, raccontando come è stato possibile aggregare player e stakeholder differenti.

Nell’ambito degli ecosistemi, due sono i fattori abilitanti la loro creazione e diffusione: i pagamenti e la sicurezza. “Il pagamento è abilitatore al servizio, il punto di incontro tra domanda e offerta, di qualsiasi genere” ha detto Maurizio Pimpinella, Presidente, Associazione Italiana Pagamenti e Moneta Elettronica. “Ogni euro transato digitalmente, anziché cash, è in grado di generare informazioni salienti, utili per offrire sempre qualcosa di meglio al consumatore, ai cittadini, alla collettività, dunque, il suo valore va ben oltre l’euro in sé”. Per quanto riguarda la sicurezza, questo è un fattore che deve diventare intrinseco al digitale, sia nel mondo pubblico sia in quello digitale: “anche la PA deve guardare con attenzione alle nuove minacce legate alla sicurezza” conclude Massimo Argenti, Responsabile Vendite Enterprise & Government, Forcepoint Italia.

La trasformazione digitale delle infrastrutture e la strategia del Paese per la banda ultralarga – “Il mercato delle telecomunicazioni tradizionali cala mentre la componente più innovativa sta crescendo: il bilancio non è ancora positivo, ma nel frattempo Telecom Italia sta accelerando gli investimenti” afferma Giuseppe Recchi, Presidente Esecutivo del Gruppo Telecom Italia.

Questi sono i trend di un mercato che negli ultimi anni è stato sotto i riflettori, anche a fronte dell’interesse suscitato dal Piani BUL. Sul tema della banda larga e ultralarga comincia ad esserci movimento e l’Europa sicuramente sta notando l’emergere di un miglioramento generale.

“Occorrono però politiche pubbliche per incentivare la domanda e ridurre l’intermediazione” afferma Franco Bassanini, Presidente di Fondazione Astrid, e questo è uno dei punti centrali su cui occorre porre l’attenzione per accelerare la diffusione di un’infrastruttura moderna nel Paese, tenendo in oltre in considerazione i bisogni e le peculiarità del territorio e dell’economia italiana.

La sfida della trasformazione delle infrastrutture riguarda anche gli enti locali e le aree urbane.

“Su questo tema sono state investite tante risorse ma sono state spese male” esordisce Enzo Bianco, Sindaco di Catania e Presidente del Consiglio Nazionale ANCI, “sia per l’impreparazione tecnico- professionale della domanda sia per la presenza nel settore di veri e propri ciarlatani che offrono servizi inutili a caro prezzo”, sottolineando come occorra una bussola per orientarsi in un mondo, quello digitale, in cui ora si sta svolgendo una sfida decisiva.

Anche Roberto Maroni, Presidente, Regione Lombardia, interviene sul tema, raccontando come la Regione Lombardia stia realizzando la sua trasformazione digitale, un tassello della digitalizzazione del Paese. “Bisogna innovare” afferma Maroni, “mettendo a disposizione delle aziende gli strumenti e le competenze per farlo. Noi in Lombardia abbiamo la copertura della banda larga del 96%, ma non basta. Anche in questo caso siamo pronti: sono stati stanziati 450 milioni di euro per la banda ultra larga in regione. L’obiettivo rimane sempre quello di dare al cittadino il servizio migliore al costo migliore”.