A seguito degli attacchi informatici scatenati contro gli Stati Uniti esiste una soluzione: un controller centrale tra tutti i dispositivi dovrebbe garantire la sicurezza

La notizia del cyber attacco contro Internet negli Usa, partito dalle case “intelligenti”, ha posto nuovamente l’accento sulla sicurezza degli dispositivi connessi. Per i cyber criminali il mondo Internet of Things rappresenta un ambiente ricco di dispositivi scarsamente protetti, attraverso cui possono muoversi abbastanza agilmente per effettuare furti d’identità, infiltrazioni nei sistemi IT e addirittura attacchi Ddos – come abbiamo visto venerdì. Gli esperti IT hanno già da tempo identificato i rischi della sicurezza associati alla rapida proliferazione dell’Internet of Things e questo nuovo attacco conferma come gli elettrodomestici e i dispositivi “smart” possano essere utilizzati efficacemente per veicolare attacchi informatici.

“Cloud, mobile, IoT e data center ibridi hanno reso il mondo in cui viviamo un modo senza confini definiti, per questo motivo gli strumenti di sicurezza informatica devono fornire un controllo granulare e multi strato su tutti i segmenti e gli ambienti della rete. Le parole chiave della protezione contro gli attacchi moderni sono velocità, prevenzione e integrazione. Idealmente, infatti, la sicurezza per l’IoT dovrebbe essere integrata all’interno di un’architettura di sicurezza unificata e gestita tramite la stessa console. È necessario che le aziende considerino qualunque dispositivo “smart” alla stregua dei PC, e pensino alla loro protezione, così come viene fatto per tutta la rete tradizionale. Un aspetto molto delicato sono infatti i dispositivi mobili dei dipendenti, che si collegano alle reti aziendali: devono essere sempre controllati e protetti, perché questi dispositivi vengono utilizzati da diversi utenti, che ne usufruiscono anche quando non sono in ufficio, quindi possono accedere a siti e link infetti, e connettersi a reti non protette, trasferendo poi l’infezione alla rete aziendale. Occorre quindi partire da un discorso educativo e culturale per tutti gli utenti” ha spiegato David Gubiani, Security Engineering Manager di Check Point Italia.

“Se è vero che non è possibile implementare sistemi di sicurezza su ogni dispositivo connesso, è altrettanto vero che questa può e deve essere implementata nel punto in cui i dispositivi IoT comunicano. Per questo motivo, i dispositivi “smart” non dovrebbero mai comunicare tra di loro direttamente, ma passare sempre attraverso un controller centrale. Un altro accorgimento da usare è quello di preferire dispositivi che supportino protocolli specifici per la sicurezza” ha concluso il manager.