Bassa produttività e ridotta soddisfazione di lavoratori e utenti negli uffici italiani

É stata presentata a Roma durante il tavolo di lavoro “Industria 4.0” e in anteprima italiana la ricerca condotta da Censuswide per conto di Sharp su oltre 6.000 impiegati di nove paesi europei. “Il futuro del lavoro e il lavoro del futuro”, questo il titolo al centro dell’interesse di Sharp che ha visto una importante stima del sociologo Domenico De Masi che mostra quanto tempo si sprechi in ufficio durante le ore di lavoro a causa delle inefficienze o inadeguatezze tecnologiche: 19 giorni l’anno con una caduta importante della produttività e della soddisfazione di lavoratori e utenti, un costo importante per aziende pubbliche e private. Un periodo di tempo poco al di sotto delle ferie annuali retribuite di molte persone.

E sulla ricerca Censuswide-Sharp, è tornato De Masi definendola “uno studio davvero particolare e interessante, in grado di misurare il gap esistente a livello tecnologico. Il problema oggi però è anche quello di metabolizzare le nuove tecnologie che, se usate bene, possono essere uno strumento straordinario”.

Ma quali sono i maggiori colpevoli nello spreco di tempo ed energie lavorative? La risposta è presto svelata: la maggior parte del tempo viene persa  cercando i file sul server – 23 minuti al giorno – dovuti alla mancanza di strumenti di ricerca adatti. Ulteriori perdite di tempo quotidiane riguardano l’uso della stampante: sei minuti sprecati ogni giorno in attesa che si riscaldi; e quasi nove minuti aspettando che le pagine vadano in stampa. L’attesa dell’avvio della strumentazione audiovideo è una perdita di tempo che costa in media otto minuti al giorno.

Allargando l’orizzonte e guardando ai nostri partner europei, la ricerca svela che in tutta l’Unione queste inefficienze costano alle aziende una media di 19 giorni per lavoratore all’anno, quasi quattro settimane di vacanza, dunque con delle performance che ci vedono anche in questo caso indietro come qualità delle tecnologie e produttività del lavoro.

Il 53% degli intervistati in Italia dichiara che il proprio posto di lavoro non è aggiornato dal punto di vista tecnologico. Se il loro ufficio fosse dotato di una migliore tecnologia, oltre due terzi dei lavoratori (68,2%) risulterebbe più produttivo,  circa la metà (45,9%) sarebbe più motivato e il 40,2% ritiene di poter essere più creativo.

“La tecnologia dovrebbe rendere più facile la nostra vita e aiutarci a lavorare più velocemente, tuttavia, nel mondo reale, tecnologie obsolete e difficili da usare spesso rallentano le persone, costringendole a perdere tempo”, commenta Carlo Alberto Tenchini, direttore Marketing e Comunicazione Sharp Italia, riferendosi alla ricerca, e continua “Da un lato le aziende devono capire l’importanza delle tecnologie interconnesse, dall’altro devono porre al centro lo sviluppo delle competenze umane, di quelle del manager e attivarsi per la creazione di scuole di formazione aziendali”.

Lo sviluppo tecnologico è imprescindibile per supportare al meglio la crescita delle competenze e per aumentare la capacità di apprendimento.