Le imprese devono cambiare il loro modello di business, digitalizzando progressivamente i processi e facendo leva sui dati

Innovare per sopravvivere. Questo l’imperativo richiesto alle imprese di oggi, chiamate a dover competere in uno scenario tutto nuovo, caratterizzato da una grande velocità di cambiamento di mercato e dalle svariate esigenze dei consumatori. A questo si deve anche aggiungere l’arrivo dei digital distruptor, aziende con modelli di business del tutto differenti rispetto a quelli delle imprese più tradizionali ed in grado di mettere in difficoltà molte realtà. Stiamo parlando ad esempio di Uber, Airbnb, Tesla e Albaba che si fondano sul digitale per rivedere i processi interni e creare aspettative maggiori in clienti e fornitori.

Alla luce di ciò, tutte le imprese devono perciò avvicinarsi al servizio erogato proprio dai digital distruptor se non vogliono progressivamente perdere terreno, tanto da rischiare di essere, prima o poi, tagliate fuori. Serve quindi avviare un programma di cambiamento che ha l’obiettivo di sfruttare progressivamente gli strumenti digitali per migliorare il business di tutta l’azienda, coinvolgendo persone, processi e tecnologie.

 

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Una trasformazione, questa, che porterà ad una ottimizzazione dei costi, ad un accorciamento del time to market e ad un aumento della qualità dei prodotti o dei servizi da erogare. Crescerà anche la soddisfazione dei clienti e la loro fedeltà al brand grazie ai vantaggi del mobile commerce, alla possibilità di creare un engagement personalizzato e poterli raggiungere in real-time. Si aprono inoltre nuove opportunità di business in mercati “lontani” grazie al digital commerce che abbatte le barriere territoriali.

 

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Da un punto di vista tecnologico a fare la differenza è il dato che deve essere considerato al centro dell’intero ecosistema aziendale. – ha dichiarato Marco Tesini, nuovo country manager di HDS – Questo perché le imprese, avendo a disposizione oggi un’enorme quantità di dati da elaborare, sia che si tratti di Big Data che di dati non strutturati, possono trasformarli in informazioni di business, utili a far prendere al management la decisione giusta e avviare la strategia maggiormente efficace”.

Nasce quindi l’esigenza di avere a disposizione un’infrastruttura molto agile in grado di supportare la raccolta, il trattamento, l’elaborazione e l’interpretazione dei dati ottenuti, il tutto fornendo output sempre disponibili e di facile comprensione, che abbracciano così la mobility. Cambia anche il ruolo del CIO che diventa il vero protagonista della digital trasformation poiché, grazie al dato, è in grado di ridurre il gap tra IT e business, fenomeno tipico di molte realtà.

 

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L’aspetto spesso più difficile da dover affrontare a livello aziendale è il cambio di mentalità che deve riguardare ogni elemento aziendale. L’idea di dover cambiare le regole del gioco non è sempre facile, ma chi riuscirà a farlo sarà sicuramente avvantaggiato” ha concluso Tesini.