Serve per un modello operativo più flessibile e competitivo

Retail banking: gli italiani cominciano ad apprezzare la digital bank - digitalizzazione

Le imprese Italiane risparmiano ma faticano a indirizzare gli investimenti per la crescita: le difficoltà maggiori risiedono nell’identificazione delle aree di business su cui investire (34%); nella mancanza dei giusti talenti per affrontare il cambiamento (25%), nello scarso utilizzo degli analytics (19%).

Secondo lo studio di Accenture “Increasing Agility to Fuel Growth and Competitiveness”, la gran parte dei manager, 82% a livello globale e 88% in Italia, ritiene che si debbano ridurre le voci di spesa, tuttavia la maggioranza sostiene che la propria azienda non stia riuscendo a trarne vantaggio per alimentare la crescita.

L’analisi, che ha coinvolto 682 senior executive (C-level e loro diretti riporti) in 13 Paesi nel mondo, tra i quali l’Italia, ha svelato che solo il 25% degli intervistati nel nostro Paese è convinto che la propria leadership prenda le iniziative più idonee a raggiungere gli obiettivi di riduzione dei costi e che l’azienda sia in grado di individuare e cessare le attività commerciali e gli investimenti che non producono valore. Complessivamente solo il 39% ritiene che il reinvestimento dei risparmi sia coerente con la strategia di business della propria azienda.

“Per conseguire una crescita sostenibile, un’azienda dovrebbe integrare la strategia di riduzione dei costi e la modalità di reinvestimento dei risparmi”, ha dichiarato Marco Salera Managing Director di Accenture Products Consulting. “Per evitare che il taglio dei costi sia puro esercizio di efficienza fine a se stesso, il management deve sapere fin dall’inizio cosa contribuisce, e cosa invece no, alla crescita della propria azienda e sapere dove reinvestire”.

Illustrando le sfide connesse alla gestione strategica dei costi, solo il 37% è fermamente convinto che il suo business colga i benefici della riduzione dei costi. Meno di un quinto (il 30%) ritiene che la propria azienda abbia il modello operativo flessibile di cui ha bisogno per adattarsi e tener fede con continuità alla propria strategia di business, oppure per concentrarsi su attività che si traducano in crescita e redditività.

A peggiorare la situazione è lo scarso allineamento tra CEO e CFO. Il 68% dei CEO è fermamente convinto che il proprio business assegni priorità e allochi risorse nelle attività capaci di creare valore aziendale, a pensarla così è solo il 25% dei CFO (divario molto più ampio della media globale 51 vs 34). Il 24% dei CEO (vs il 70% globale) dichiara che la propria organizzazione valuta il ritorno sul reinvestimento dei risparmi tramite analisi formali del successo dei loro investimenti, contro il 50% dei CFO. E se solo il 4% dei CEO ritiene che le priorità di reinvestimento siano subordinate alla rapidità del ritorno sull’investimento, la percentuale di CFO che la pensa così è maggiore: il 38%.

Dallo studio emerge un’opinione convergente sugli investimenti nel digitale: il 57% riconosce che un impiego maggiore di tecnologia permetterebbe al propr io modello operativo di dimezzare i costi, l’81% degli intervistati sostiene che il business digitale è un catalizzatore di crescita strategica, mentre il 77% è d’accordo sul fatto che le strategie digitali permettano di adottare nuovi modelli operativi.

“Lo studio dimostra che le strategie di business digitale svolgono un ruolo importante nell’aiutare le aziende a ottenere la necessaria flessibilità per competere sul mercato, ha concluso Salera. “Per avere successo, le aziende devono utilizzare e monetizzare i dati disponibili, costruire intelligenza digitale, accelerare l’innovazione, digitalizzare ed integrare le funzioni e competenze tradizionali del business”.

Lo studio ha inoltre rilevato che le aziende che intendono incanalare verso la crescita i risparmi sui costi, e che hanno solide strategie enterprise-wide, sono maggiormente convinte che tecnologia, strategie digitali e business digitale siano dei catalizzatori. Allo stesso modo, le aziende con modelli operativi flessibili sono più convinte che tecnologia, strategie digitali e business digitale siano fattori abilitanti per riduzione dei costi, modelli operativi avanzati e crescita strategica.

I settori che in Italia mostrano un’attenzione particolare verso la riduzione dei costi e il relativo investimento strategico sono quello dei macchinari industriali, quello automobilistico e quello dei beni di largo consumo. In questi contesti gli intervistati mostrano fiducia nei confronti della leadership e della capacità di stanziare fondi per spese che creano valore aziendale.