Il Comitato Nazionale No Wi-Fi Days lancia due giorni di simbolica contro manifestazione per sensibilizzare Governo e opinione pubblica sui rischi e pericoli per la salute umana e il Pianeta derivanti delle connessioni Wireless. Richiamata l’adozione di politiche più cautelative

In concomitanza con l’Internet Day per la presentazione del Piano Banda Ultra Larga e con i festeggiamenti promossi dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi nel 30° anniversario dello sbarco del Web in Italia, sabato 29 e domenica 30 aprile 2016 sarà ‘No Wi-Fi Days’. L’iniziativa simbolica vuol promuovere l’assunzione di un atteggiamento di maggiore consapevolezza da parte della popolazione italiana digitalizzata sull’utilizzo delle nuove tecnologie senza fili, invitando per due giorni i cittadini a spegnere il segnale della connessione Wi-Fi, a fronte dell’indiscriminato aumento di gravi patologie, sintomi di malessere e migliaia di studi medico-scientifici che attestano l’elevata pericolosità delle radiofrequenze emesse dai nuovi dispositivi tecnologici, orami ubiquitari.

La proposta nasce dall’idea del ‘Comitato Promotore No Wi-Fi Days’ (una ventina di onlus, coordinamenti e associazioni trasversali italiane) per sensibilizzare Governo, Regioni ed amministrazioni locali sui rischi per la salute umana e il Pianeta derivanti dalle connessioni Wireless, richiamando l’adozione di politiche più cautelative ispirate al Principio di Precauzione, contenuto nella Risoluzione 1815/2011 dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa.

L’appello del ‘Comitato Promotore No Wi-Fi Days’ chiede:

1) Al Governo italiano di adottare valori di emissione elettromagnetica che minimizzino il rischio da inquinamento elettromagnetico per la salute umana, promuovendo gli standard di sicurezza per i campi elettromagnetici basati sulle evidenze biologiche, con un limite di esposizione che per le radiofrequenze è già stato individuato dal Gruppo Bioinitiative e dalla Commissione Internazionale per la Sicurezza dei Campi Elettromagnetici (ICEMS) in 0,6 V/m e di 0,2 V/m come obiettivo di qualità;

2) L’adozione di politiche governative, regionali e territoriali di tutela della salute pubblica finalizzate alla protezione della popolazione e dell’ambiente, vietando l’installazione di reti Wi-Fi negli asili e nelle scuole frequentate da bambini e ragazzi al di sotto dei 16 anni; nei luoghi di cura e negli ospedali; nonché in tutti quei luoghi ove operano professionisti il cui lavoro richiede concentrazione e precisione, come le sale operatorie.

3) Di adottare politiche di cultura digitale ispirate al Principio di Precauzione, protese cioè al cablaggio in fibra ottica della rete (cioè fruizione di Internet via cavo) ovvero di sostenere investimenti pubblici per una connettività più efficiente e completamente sicura per la salute umana e del pianeta.

4) L’obbligo di trasparenza per gli enti predisposti alla tutela della salute pubblica ad assumere le proprie valutazioni del rischio sulla radiofrequenza e Wi-Fi, selezionando gli studi scientifici indipendenti, escludendo per conflitto d’interessi quelli finanziati dall’industria delle telecomunicazioni o da fondazioni/enti no-profit finanziati dalla stessa.