Soltanto le aziende che abbracceranno interamente il digitale sopravvivranno. Le altre no

La maggior parte dei cyber attacchi in Europa viene dall'interno

E’ ormai innegabile: siamo alle porte della quarta rivoluzione industriale. Il mondo è infatti cambiato grazie all’evento del digitale e a fenomeni altamente disruptive che stanno investendo il tessuto sociale, politico ed economico. Una trasformazione a 360° che ha poco a che fare con le rivoluzioni precedenti e che si sta insinuando nel cuore di qualunque attività, ridefinendo i mercati e i confini delle aziende.

Si tratta quindi di un punto di non ritorno, dove i modelli di business devono necessariamente essere ripensati, con conseguenze devastanti per chi non lo fa. In gioco c’è la sopravvivenza stessa delle imprese: non è più una questione di ritardo rispetto alle realtà che innovano, ma di una vera e propria sentenza. Chi non innova scompare. E l’evidenza lo dimostra: l’83% delle imprese fallite nel 2013 non aveva neppure un sito web. Fattore questo che a distanza di 3 anni deve essere considerato un must, un elemento dal quale partire per riuscire coprire tutti i possibili canali e dire al mondo “Io ci sono”. Esatto al mondo: Internet permette di abbattere le distanze fisiche, garantendo un’operabilità worldwide.

Avere un sito internet non è però sufficiente, serve molto di più. Ma non tutti sembrano averlo ancora interiorizzato e per questo le previsioni di una nota società di ricerca sono nefaste: soltanto il 25% delle imprese presenti oggi sul mercato opererà ancora nel 2020. Questo significa che il 75% è destinato a cessare il proprio business a favore di nuove realtà digitali, nate cavalcando i nuovi trend.

Trend che sono ben definiti: si tratta in primo luogo del Cloud, vero e proprio abilitatore di business grazie all’elevata scalabilità e capacità di calcolo, garantita anche alle imprese più piccole che possono ora accedere a risorse computazionali, prima inaccessibili per gli elevati costi. Il mobile invece, che permette di essere always on e di lavorare ovunque ci si trovi, è un fenomeno che negli ultimi anni si sta fortemente radicando tanto che la perdita di uno smartphone è ritenuta ben più traumatica di quella del portafoglio.
Non manca inoltre la proliferazione di Sensori in grado di abilitare l’Internet of Things, così come le soluzioni di realtà aumentata che consentono di sovrapporre i dati all’ambiente che ci circonda senza necessariamente a guardare un supporto visivo. Grande sviluppo è anche quello del quantum computing che darà vita a tantissimi circuiti con  potenza senza eguali ed in grado, ad esempio, di realizzare simulazioni in un tempo infinitesimale rispetto a quello di oggi.  A questo fenomeno è legata l’affermazione degli adaptive wearables, dispositivi indossabili, o forse meglio installati dentro il nostro corpo, che permettono di “assorbire” dati, utilizzati poi per fornire servizi su misura.

“L’elemento centrale dei nuovi trend è senza dubbio il Dato. – ha dichiarato Paola Cavallero, Direttore Marketing & Operations di Microsoft Italia. – L’analisi di ampie moli di informazioni risulta infatti vincente perché solo così le imprese possono prendere più efficacemente le proprie decisioni. Le organizzazioni devono quindi capire che i modelli verticali nei quali le informazioni risiedono solo nel management non sono più competitivi. È necessaria invece una struttura aziendale a rete nella quale il dato è potere solo se condiviso. Solo così le imprese potranno prepararsi al meglio ed essere competitive. Serve quindi un netto cambio di mentalità: la cultura del digitale deve pervadere ogni cellula aziendale”

Ma come sarà il mondo nel 2020?

Entro i prossimi 4 anni il valore del mercato del Cloud Computing supererà i 500 miliardi di dollari, ci saranno 50 miliardi di oggetti connessi, 5 miliardi di persone saranno attive sui social e l’esplosione di dati raggiungerà i 40 Trilioni di Gigabite. 

Le opportunità ci sono quindi, devono solo essere colte dalle imprese italiane. C’è però un problema: il 94% dei business ha in essere una strategia digitale, ma la maggior parte delle organizzazioni non sa come attuarla.