L’Internet of Things sembra essere il futuro dell’elettronica: tutto sarà connesso e anche le aziende italiane non stanno a guardare.

C’è poco da fare: tutte le maggiori aziende di tecnologia ed elettronica sono sicure che il futuro risiede nell’Internet of Things, ovvero la possibilità di connettere e comandare attraverso internet i più svariati oggetti. Le tecnologie per connetterci dovranno essere sempre più potenti e stabili, per questo si stanno investendo sempre più soldi nel 5G, che sembra sarà d’uso comune entro il 2020, e nella connessione domestica. Tra le altre, Tim e Huawei non stanno a guardare e al Mobile World Congress di Barcellona firmano un accordo proprio per lo sviluppo delle tecnologie IoT.

L’accordo tra TIM e Huawei: sviluppo della tecnologia e open lab a Torino

Al Mobile World Congress di Barcellona TIM e Huawei si sono incontrate per firmare un accordo che le porterà nei prossimi anni a investire sulla tecnologia Narrowband IoT (NB-IoT) con l’obiettivo di accrescere e promuovere questo mercato.  La tecnologia NB-IoT consente bassi consumi, maggiore copertura di rete e la possibilità di collegare grandi numeri di oggetti in modo conveniente: tutte caratteristiche indispensabili per l’Internet of Things. A Torino TIM realizzerà il primo Open Lab di innovazione e ricerca, aperto ad aziende e sviluppatori di applicazioni industriali.

Tim e Huawei svilupperanno questa tecnologia insieme a partner provenienti da diversi settori industriali poichè questa tecnologia potrà essere adottata in tanti ambiti diversi: i contatori energetici, a logistica, l’agricoltura smart, la sicurezza, la finanza, i trasporti, l’automazione industriale e la domotica. L’obiettivo è la standardizzazione e l’allargamento dell’uso di questa tecnologia, in modo che in tempi relativamente brevi possa essere messa sul mercato anche per il consumatore normale.

Internet of Things: le novità presentate al MWC e al CES

Se eravamo abituati che al Mobile World Congress e al Consumer Electronics Show venissero presentati soprattutto nuovi modelli di smartphone o tablet, quest’anno ci siamo dovuti ricredere: l’IoT ha cambiato tutto ed è stata introdotta al consumatore una grande quantità di nuovi oggetti che connessi a internet possono cambiare il nostro modo di vivere e lavorare.

Al CES tanti sono stati i progetti presentati per le smart home: dal frigorifero che ti mostra cosa c’è all’interno o ti avvisa se manca qualcosa utilizzando lo smartphone, alle telecamere di sicurezza controllabili a distanza, dai contatori energetici che inviano i loro dati autonomamente, al dispositivo che monitora tutti gli altri presenti in casa e avvisa in caso di malfunzionamento, fino alle pale da soffitto comandabili dal cellulare. Insomma, per casa nostra avremo bisogno di connessioni sempre più veloci e stabili e forse è meglio già da adesso mettere le tariffe adsl a confronto per capire su quale puntare.

A farla da padrone al MWC, invece, sono stati i visori di realtà virtuale che, oltre a essere stati presentati da Facebook con il suo Oculus come il futuro del gaming, sono stati anche utilizzati da Nokia per mostrare le possibilità che danno nel poter collaborare a lavori o progetti a distanza. Per non parlare della rivoluzione che potrebbero portare nell’ambito della telemedicina o della telechirurgia.

Ericsson, in un progetto tutto italiano con partner l’università di Pisa e Zucchetti, ha dimostrato come un miglioramento nella tecnologia di connessione può rendere più semplice la tecnologia normale: hanno infatti sviluppato una cloud in cui è inserita “l’intelligenza” di robot industriali che possono essere quindi più semplici a livello fisico perché, detta in maniera molto semplificata, quando devono obbedire a un comando, si collegano al cloud per capire come fare invece di avere tutto il sapere al loro interno con conseguenze sul loro hardware.

Il futuro di questo tipo di tecnologia riguarda sempre più anche le automobili che si collegheranno a una cloud da cui trarre informazioni (sull’ambiente intorno, sul traffico) e intelligenza (per assistere l’autista nelle decisioni o persino per guidarsi da sole).