AICT, CNR e Fondazione Politecnico promuovono iniziative congiunte

Che la tecnologia abbia modificato il modo di operare di numerosi ambiti e settori è un dato di fatto. Ma spesso si sottovaluta il ruolo davvero determinante che può avere. Una giornata di studio organizzata da AICT(Society AEIT per la Tecnologia dell’Informazione e delle Comunicazioni), CNR e Fondazione Politecnico dal titolo “La collaborazione fra Ict e Geoscienze nella Gestione dei Rischi Naturali e delle Emergenze e il Coinvolgimento dei Cittadini”, ha evidenziato i benefici che le nuove tecnologie messe a disposizione dell’Ict possono portare alle Geoscienze, soprattutto in termini di prevenzione, previsione e monitoraggio delle situazioni a rischio per fenomeni di natura idrogeologica, ma anche come supporto alla pianificazione e all’esecuzione di risposta alle emergenze, in un contesto di Protezione Civile. Altro dato fondamentale è che le nuove tecnologie permettono la raccolta e la gestione intelligente di un volume sempre crescente di dati da parte delle organizzazioni preposte alla valutazione e alla gestione dei rischi. Grazie ai continui sviluppi della tecnologia dell’interoperabilità e della connettività (reti, architetture aperte, multimedialità, social network), l’Information and Communication Technology favorisce anche la condivisione delle informazioni e incrementa il livello di consapevolezza del cittadino circa i rischi legati a criticità territoriali.

Con iniziative come questa, AICT si propone quale catalizzatore di attori e ambiti non tecnologici, e tecnologici ma diversi dall’Ict, allo scopo di affrontare tematiche complesse con una visione non settoriale – spiega Roberto Castelli, consigliere AICT -. La crescente pervasività delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni nella vita privata e sociale offre sempre nuove casistiche che vanno affrontate non solo dal punto di vista della tecnologia, ma anche del diritto, della sociologia, della psicologia, per citare solo alcuni degli ambiti coinvolti. Questo approccio trova positivo riscontro oggi nell’attivo coinvolgimento degli Ordini Professionali degli Ingegneri di Milano e dei Geologi della Lombardia. Oltre ad offrire un aggiornamento sui continui sviluppi tecnologici, ci siamo proposti di condividere e dibattere questi aspetti, mettendo al centro dell’attenzione proprio il cittadino. E con lui gli operatori pubblici e privati preposti ai servizi, le Istituzioni, il complesso delle norme e la formazione”.

Una novità presentata nel corso del convegno da Massimo Ceriani, direttore generale sicurezza, protezione civile e immigrazione della Regione Lombardia, è che la Regione Lombardia sta sviluppando una nuova modalità per rendere fruibili a tecnici, amministratori e cittadini dati territoriali, ambientali, gli indici di rischio sviluppati nel PRIM (Programma Regionale Integrato di Mitigazione dei rischi), fornendo uno strumento che darà risposte alle domande: “Conosci il tuo territorio? Quali rischi interessano la tua casa?”. Il servizio, pubblicato in internet e denominato Attestato del Territorio, consentirà di interrogare, su un punto qualunque definito dall’utente, una serie di informazioni che inquadrano il territorio nei suoi aspetti legati all’atmosfera (vento, precipitazioni, fulmini), al suolo (quota, numero del mappale catastale, uso del suolo, max altezza neve, frane, classe di fattibilità geologica, aree allagabili), al sottosuolo (accelerazione sismica, geologia, radon). Il servizio consentirà inoltre di visualizzare gli indici di rischio elaborati nell’ambito del PRIM (Programma Regionale Integrato di Mitigazione dei rischi) al fine di identificare e quantificare le tipologie di rischio naturale (idrogeologico, sismico, incendi boschivi) e/o antropico (industriale, incidenti stradali) presenti su una qualunque delle oltre 60 milioni di celle 20X20m che costituiscono il territorio lombardo. Questo tipo di strumento farà crescere la consapevolezza dei rischi nei cittadini e favorirà la diffusione di una cultura della prevenzione e della resilienza a tutti i livelli. Una prima versione sarà disponibile già all’inizio del 2016 e, nel corso dello stesso anno, si potrà consolidare tutta la filiera di aggiornamento ed elaborazione dei dati.