L’evoluzione del cloud computing: dall’adozione sempre più diffusa dei container fino alle applicazioni

Il panorama del cloud computing è in continua evoluzione e gli ultimi 12 mesi non sono stati da meno. Ecco i momenti più importanti di quest’anno che sta per concludersi.

1. Le aziende incontrano la cloud.

Per la maggior parte delle organizzazioni, la tecnologia cloud non è più una questione di “se”, ma di “quando” e, secondo nuove stime, il passaggio potrebbe avvenire anche prima di quanto si potrebbe pensare: per il 34% delle aziende intervistate più del 60% delle proprie app saranno ospitate su una piattaforma cloud nei prossimi due anni. In vista di questi cambiamenti, la maggior parte dei vendor si sta preparando a supportare i carichi di lavoro delle imprese. Alcuni esempi sono la partnership tra Microsoft Azure e HP, o i tipi di macchina personalizzati offerti di Google.

 2. I container diventano mainstream.

Anche solo un anno fa, molti sviluppatori non avevano ancora neppure provato i container. Tornando al 2015, invece, è stato riscontrato che i container sono stati utilizzati non solo per il testing ma anche nella produzione, in moltissimi casi: secondo un recente sondaggio, l’uso dei container è cresciuto di 5 volte quest’anno. Come è potuto succedere così in fretta? Parte del merito va alla presenza di tecnologie open source affidabili come Docker e il progetto Kubernetes, che hanno permesso ai vendor di accelerare il passaggio ai container. Questo è successo, ad esempio, nei casi dell’integrazione di vSphere di VMware, del client Docker per Windows di Microsoft e del nostro Container Engine.

3. I big data richiedono analisi e insight alla loro altezza.

Nel 2015, i big data non sono stati all’altezza delle aspettative. In un sondaggio del maggio scorso, il 77% delle organizzazioni ha dichiarato che i big data e le relative analisi non hanno dato i risultati sperati. Ora mentre le evidenze sono piuttosto chiare, la causa è complessa. I silos organizzativi, l’attrezzatura con alti costi di manutenzione e la necessità di adottare strumenti migliori sono sicuramente parte del problema. Ma qual è la soluzione? Probabilmente è rendere gli strumenti e i dati più accessibili agli analisti interni delle aziende, che con la loro conoscenza approfondita possono valorizzarli al meglio.

4. Machine learning per tutti.

I potenziali vantaggi del machine learning sono già evidenti da tempo. Ora, grazie a una maggiore capacità di elaborazione dei computer e dei data center, questo potenziale può finalmente essere messo a frutto. Per dare ulteriore spinta a questa evoluzione, le librerie software (come TensorFlow) stanno diventando open source, in modo che idee e informazioni possano circolare rapidamente attraverso il codice, e non solo nelle pubblicazioni dei ricercatori.

5. Il futuro dell’Internet delle cose.

Quando sente nominare l’Internet delle cose, la maggior parte di noi pensa ai consumatori e, per fare un esempio, al collegamento tra il termostato e l’orologio o la TV. In realtà, sono proprio le imprese che stanno adottando in larga misura l’Internet delle cose. Entro il 2019, si stima che il mercato delle imprese rappresenterà 9,1 miliardi dei 23,3 miliardi di dispositivi connessi. Questo significa che la scalabilità dell’inserimento e dell’elaborazione dei dati basati su uno stream diventerà una parte fondamentale di tutte le strategie IT. Di conseguenza, sta crescendo l’interesse per tecnologie come Cloud Dataflow di Google e Apache Spark.

6. Il business delle API prende piede.

L’offerta agli sviluppatori di servizi on demand per le applicazioni è ormai un modello di business consolidato. Ne sono la prova società “unicorno” come Twilio e Okta. Entrambe hanno chiuso il 2015 con valutazioni superiori al miliardo di dollari, ed entrambe forniscono servizi che gli sviluppatori possono incorporare nelle proprie app.

7. Cloud ibride all’orizzonte.

L’architettura multi-cloud non è una novità: si usa da anni come soluzione di backup o disaster recovery. Quello che è nuovo è la velocità con cui gli strumenti di coordinamento multi-cloud si stanno diffondendo; è sufficiente pensare a Kubernetes e Spinnaker di Netflix, che sono sempre più diffusi. Questo genere di scelta permette di evitare di legarsi esclusivamente a un unico vendor e, dato che le stime indicano che il 50% delle aziende utilizzerà cloud ibride entro il 2017, questa tendenza rimarrà costante.

8. Cambiamenti e chiusure.

L’evoluzione dell’offerta delle piattaforme cloud le rende sempre più sul mercato. Gli impegnativi requisiti di hardware e engineering della cloud sono sicuramente alla base di questa situazione. Quest’anno, però, una delle novità più interessanti è stata la conferma da parte di Rackspace che si concentrerà meno sull’offerta della propria cloud e più sul supporto di infrastrutture cloud di terze parti. Considerata anche la conferma ufficiale che HP chiuderà Helion a gennaio, questa tendenza continuerà sicuramente anche nel 2016.

9. Going green: la sostenibilità è importante.

La volontà dei clienti è chiara: la cloud deve essere sostenibile e green. Sono ancora oggetto di discussione le modalità con cui l’efficienza ambientale dei data center più vasti e interregionali possa essere applicata anche a quelli locali, che non sempre hanno dimensioni che permettono soluzioni sostenibili.