Container in azienda, esplosione Analytics, evoluzione del cloud, applicazioni premium e la scalabilità di Flash

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John Roese, Senior Vice President e Chief Technology Officer di EMC condivide le sue previsioni sui trend tecnologici del 2016

Prediction 1 – I container entreranno in azienda

Una volta appannaggio di società come Facebook e Netflix, i container si stanno posizionando come modello agile ed efficace su cui basare la prossima generazione di applicazioni. Nel 2016 queste tecnologie evolveranno e saranno implementate in azienda. Qui dovranno affrontare due sfide: la necessità di rendere i dati costantemente disponibili e recuperabili – cosa che non accade nel mondo dei social network – e rispondenti a requisiti di sicurezza e di governance.

La soluzione al primo tema è di costruire adeguate soluzioni di storage utilizzando i protocolli esistenti e nuovi protocolli che sfruttino le specificità del container.

Nel secondo caso, ciò che ci si aspetta nel 2016 è che questi container vengano ri-progettati per contenere sin dal principio le funzionalità di sicurezza enterprise-grade e governance necessarie per essere utilizzati in azienda: nelle architetture attuali infatti, concetti come audit, trust e validation , ma anche firewall non sono sufficientemente sviluppati.

Prediction 2 – I concetti di Big Data e Real-Time Analytics andranno di pari passo

Nel 2016 leggeremo un nuovo capitolo sul tema Big Data. Emergeranno in particolare due modelli: il primo “tradizionale”, con grandi volumi di dati, non analizzati in real time; il secondo con dati relativamente grandi, ma analizzati in real time e grazie alle tecnologie di in-memory analytics. In questo nuovo scenario, tecnologie come DSSD, Apache Spark e GemFire diverranno importanti come Hadoop. E qui si aprirà un modo molto interessante di utilizzo dei Data Lake: analisi on-the-fly, in grado ad esempio di influenzare gli eventi in real time. Questo per le aziende si tradurrà in un livello di controllo ed agilità senza precedenti.

Tuttavia, perché si avveri quanto promesso dalle in-memory analytics devono accadere due cose.

La prima è che le tecnologie sottostanti siano in grado di garantire abbastanza memoria e spazio per ospitare grandi volumi di dati, senza dimenticare la possibilità di muovere efficacemente il datotra gli storage ad oggetti e le architetture in-memory. Queste due tecnologie (object/in-memory) lavorano su valori di performance completamente differenti e i Team IT dovranno operare in modo che il dato sia immagazzinato nel giusto livello di performance richiesto e che sia aventualmente possibile movimentarlo succesivamente in maniera efficace. Molto si sta facendo nel campo dei nuovi object store, architetture storage flash su rack-scale e sulle tecnologie che permettono a questi due elementi di lavorare insieme. In questo quadro, le tecnologie open source potranno sicuramente giocare un ruolo importante.

In secondo luogo gli ambienti in-memory su larga scala richiedono che il dato abbia caratterische di persistenza e contemporaneamente di dinamicità. Qui il problema è che se alcuni dati vengono resi persistenti solo “in-memory”, eventuali errori potranno persistere.

Di conseguenza, nel 2016 vedremo il lancio di servizi storage specifici per l’ambiente in- memory, che comprenderanno funzionalità di deduplica, snapshots, tiering, caching e replica, oltre alla capacità di comprendere dove risiede e qual è il dato corretto o più recente. Tutto ciò sarà fondamentale affinché si possa passare all’analisi dei dati real-time e per rendere queste tecnologie commercializzabili sin dal 2016.

Prediction 3 – Le strategie cloud delle aziende evolveranno in un modello “Right Cloud For The Right Workload”

Il prossimo anno, le aziende avranno un approccio più maturo ai servizi cloud grazie a una maggiore comprensione delle potenzialità di queste tecnologie. Ciò avverrà soprattutto dove l’IT saprà utilizzare diversi servizi Cloud a seconda dell’applicazione e dei carichi di lavoro. Ad esempio il Cloud service provider che ospita i servizi SAP non sarà il medesimo che ospita l’applicazione mobile dedicata alla Customer loyalty.

Fino ad oggi, in un eccesso di semplificazione, si è cercato di utilizzare un unico servizio cloud per soddisfare necessità anche differenti tra loro. In futuro, si verranno invece a delineare quattro tipi di servizi cloud tra i quali l’IT potrà scegliere: due inerenti la ‘seconda piattaforma’ (on-premise e hybridized off-premise) e due interamente realizzati sulla ‘terza piattaforma’ (on-premise e off-premise).

E’ altamente probabile che le imprese saranno costrette ad adottare una strategia cloud che tocchi tutti e quattro i diversi tipi di servizi elencati e, se non avranno un piano definito per ciascuna di queste tipologie, potrebbero avere dei problemi in termini economici, di efficienza e compliance. In ogni caso, qualsiasi sia la strategia cloud che vorranno adottare, l’importante sarà accedere ai dati in modo trasparente e sicuro, magari attraverso l’uso di tecnologie come gateway cloud, astrazioni cloud come CloudFoundry e Virtustream xStream, software defined data replication e servizi di crittografia avanzata dei dati.

Prediction 4 – Lo sviluppo di applicazioni cloud native sarà una funzionalità premium

Lo sviluppo di applicazioni in cloud richiede competenze specifiche che spesso non sono presenti nei team di lavoro IT. Questo gap potrebbe rallentare l’adozione di questa tecnologia, un rischio che le aziende non possono correre. Infatti, la capacità di sviluppare correttamente e velocemente applicazioni cloud native si sta velocemente configurando come la competenza chiave e differenziante per tutte le aziende. Nel 2016 l’IT dovrà quindi puntare sullo sviluppo di competenze interne in grado di utilizzare gli strumenti messi a disposizione dal cloud, o in alternativa, scegliere partner affidabili in grado di saperlo fare.

Prediction 5 – Flash scalerà…e le imprese dovranno prepararsi al peggio

Più che una previsione, questo è un avvertimento. Quando le tecnologie cominciano a scalare, spesso le complessità da gestire aumentano. La soluzione in questi casi è lavorare al fianco di vendor che conoscono molto bene il mercato e hanno già affrontato in passato situazioni simili. Nel 2010, EMC è stata prima linea per aiutare le aziende ad affrontare il caso Seagate Moose. Un’esperienza che si potrebbe rivelare preziosa nel caso si avverasse quanto ipotizzo per flash. In una azienda, attrezzarsi per affrontare gli scenari peggiori è buona prassi.