L’ IT agile consente flessibilità di business attraverso lo sviluppo rapido di applicazioni mobili tattiche, in risposta alle richieste dei clienti e alle opportunità proposte dal mercato. 5 consigli per diventare mobile-first

Qualche mese fa Microsoft ha presentato Windows 10 e molti esperti del settore hanno percepito questo come il primo sistema operativo in grado di mettere realmente in pratica la strategia mobile-first, cloud-first di Microsoft.

Si tratta di una strategia diventata effettivamente sinonimo di agilità nel business. Ma cosa manca ancora all‘impresa media per diventare cloud-first e mobile-first e quali sono i passaggi chiave che deve affrontare.

Ci siamo quasi?

Per rispondere a questa domanda, dodici mesi fa, FeedHenry ha chiesto a Vanson Bourne di intervistare un centinaio di organizzazioni del Regno Unito che avessero più di mille dipendenti, per chiedere quali fossero le loro strategie relative alle applicazioni mobili.

Pur essendo consapevoli dei vantaggi del mobile-first, la maggior parte delle aziende intervistate manteneva un approccio ad hoc in merito allo sviluppo delle app e solo ora stava iniziando a prendere in esame una piattaforma che le aiutasse ad organizzare la propria strategia mobile.

Vanson Bourne ha rilevato che, se 9 aziende su 10 avevano adottato servizi cloud-based a supporto dei processi di business tradizionali, una percentuale molto più bassa stava già utilizzando il cloud per le proprie iniziative sul mobile. Solo il 7% aveva attuato una strategia legata alle mobile app, e poche stavano attualmente utilizzando app di reporting e analisi per misurare vantaggi di produttività e di ‘ritorno sul mobile’ (ROM).

Comprensibilmente, un terzo dei manager IT citava tra le proprie preoccupazioni autenticazione e sicurezza delle informazioni aziendali che fluiscono da e verso i dispositivi mobili. La stessa percentuale sottolineava come costi e complessità di sviluppo e gestione delle app rappresentino una barriera e identificava l’integrazione back-end delle applicazioni aziendali nel cloud come la questione più urgente da affrontare.

Una vita in corsia di sorpasso

Per affrontare le diverse questioni legate a sicurezza, governance e integrazione back-end citate dalle aziende, Richard Marshall di Gartner consiglia di adottare un approccio “bimodale” per lo sviluppo di applicazioni mobili con “core IT” e “fast IT” in esecuzione contemporaneamente.

Marshall riconosce che governance e sicurezza non possono essere compromesse, ma aggiunge anche che l’utilizzo di business IT deve essere più flessibile al fine di soddisfare le necessità dei clienti e rispondere rapidamente ai cambiamenti del mercato.

L’IT di base (Core IT) è focalizzata sulle operazioni di business a lungo termine e mantiene le policy esistenti di sicurezza utente, nonché piattaforme di sviluppo, integrazione back-end, governance e tutti i controlli relativi.

L’IT agile (Fast IT) consente agilità di business attraverso lo sviluppo rapido di applicazioni mobili tattiche, in risposta alle richieste dei clienti e alle opportunità proposte dal mercato. Le app vengono sviluppate nell’arco di giorni o settimane, e per questo ci si limita ad accedere ai dati necessari, senza rinunciare al controllo sui dati aziendali memorizzati nei sistemi back-end.

Per spiegare i vantaggi di un approccio bimodale, Marshall cita l’esempio di un rivenditore che ha sviluppato e implementato rapidamente una app mobile per aumentare le vendite durante i periodi di vacanze; poi cita un fornitore di infrastrutture ferroviarie che è stato in grado di sviluppare e vendere una app mobile nel giro di pochi giorni per consentire agli ingegneri di segnalare danni provocati da allagamenti locali. Una volta terminato il periodo di picco di richieste, l’applicazione può essere eliminata.

 

5 step per diventare mobile-first:

Sulla base della nostra collaborazione con numerose aziende in tema di mobile app, abbiamo evidenziato cinque passaggi per arrivare ad essere mobile-first.

1: Scegliere standard aperti

La progettazione di mobile app richiede rapida innovazione e cicli di sviluppo brevi e iterativi. Per massimizzare la flessibilità, le aziende devono innanzitutto evitare il vendor lock-in, utilizzando piattaforme per applicazioni mobili in grado di supportare standard aperti. E’ bene avvalersi di piattaforme che offrano supporto continuo e aperto per i principali e più comuni linguaggi di programmazione, i framework JavaScript e i toolkit per sviluppatori. Offrire al team Fast IT accesso a tecnologie di scripting leggero, oltre alla possibilità di riutilizzare il codice esistente, aiuta ad accelerare i tempi di implementazione.

2: Concentrarsi sui dati piuttosto che sui dispositivi

Occorre valutare con attenzione i requisiti legati all’acquisizione dei dati aziendali e all’integrazione dei sistemi di back-end. La capacità di rendere disponibili i dati per i dispositivi dei propri dipendenti in modo efficiente, sicuro e senza intoppi, è un passaggio davvero importante. Le piattaforme Mobile Backend as a Service (MBaaS) eccellono nell’integrare le applicazioni con sistemi back-end e servizi di terze parti, agendo come hub cloud-based tra i client mobili e i sistemi ai quali devono accedere.

3: Consultare gli utenti prima dell’implementazione e operare in modo collaborativo

I team Fast IT dovrebbero stringere una forte collaborazione con il loro cliente aziendale interno. È opportuno consentire ai dipendenti di scegliere il dispositivo mobile, le caratteristiche delle app, nonché l’interfaccia utente più adatta al loro ruolo e ambiente di lavoro.

Il progetto di sviluppo di una app mobile aziendale richiede in media il contributo di almeno 20 persone, tra manager, sviluppatori, project manager, IT e staff. Collaborando strettamente e utilizzando gli stessi standard e requisiti tecnologici, un Mobile Centre of Excellence può gestire progetti mobile su più unità di business, senza il rischio di creare nuovi silos informativi.

4: Prendere in considerazione l’intero ciclo di vita delle app

Le app richiedono frequenti aggiornamenti e upgrade, ed è quindi consigliabile scegliere un’infrastruttura che riduca il carico di lavoro relativo, facendo sì che gli aggiornamenti possano essere distribuiti – in modalità push o pull – tramite cloud o app store, ottenendo così vantaggi economici. L’utilizzo di un Mobile Backend as a Service (MBaaS) con una infrastruttura API fa sì che i vecchi sistemi siano più facilmente accessibili dai dispositivi mobili. Le migliori piattaforme mobile app trasmettono solo un piccolo set di dati dal back-end per evitare di sovraccaricare il dispositivo mobile.

5: Procurarsi una piattaforma applicativa mobile

Donnie Berkholz, analista di RedMonk, ha spiegato che le aziende devono trovare il modo di accelerare la produzione di app, ed ha messo in luce che i vendor che non sono veramente cloud-based incontreranno maggiori difficoltà ad offrire i livelli di agilità delle app comunemente richiesti.

Scegliere una Mobile Application Platform (MAP) consente alle aziende di pianificare le strategie di mobile app, senza necessità di sviluppare nuovo codice per ogni gruppo di dispositivi o sistemi operativi. Il fatto che alcune organizzazioni richiedano un numero di app variabile tra 10 e 100 per soddisfare le diverse unità di business può far apparire proibitivo il tempo necessario per realizzarle. Scegliendo la giusta piattaforma mobile è possibile ridurre i tempi di sviluppo delle app da sei mesi a soli 60-90 giorni. La chiave è quella di riutilizzare il codice applicativo e i servizi di back-end il più possibile, al fine di velocizzare al massimo l’integrazione.

In definitiva:

Se un gigante dell’IT come Microsoft comincia a parlare di mobile-first e cloud-first, è giunto il momento di sfatare vecchi tabù riguardanti lo sviluppo di applicazioni mobili, definito generalmente dispendioso, complesso e lento. Le aziende devono essere consapevoli del fatto che la tecnologia di oggi permette una rapida creazione delle app senza rischi di vendor lock-in e senza compromettere l’IT governance esistente. Piattaforme applicative mobili basate su cloud agili, aperti, collaborativi e sofisticati, consentono di creare una vera IT bimodale e permettono alle aziende di diventare mobile-first.

A cura di Cathal McGloin, CEO di FeedHenry, provider di una piattaforma cloud-based di applicazioni mobili, con sede a Waterford in Irlanda e a Boston, USA

Cathal, ingegnere con un Master in Business Administration, ha contribuito alla creazione di diverse imprese tecnologiche che operano nei mercati europei e statunitensi. Prima di diventare CEO di FeedHenry (www.feedhenry.com) Cathal McGloin si è occupato di alcune start-up IT e Telecom: Performix Technologies – che ha fondato – e Aran Technologies, dove è stato President/VP Sales. Precedentemente aveva lavorato in Siemens Germania e Cap Gemini Regno Unito. Il 18 settembre 2014 è approdato in Red Hat.