A causa di infrastrutture obsolete o mal posizionate, la regione paga con ridotte prospettive di crescita per le aziende e per il benessere dei cittadini

È una delle aree più ricche d’Italia. Oltre 850mila abitanti (quasi quanti tutti gli abitanti dell’Umbria), oltre 63mila aziende attive e con sede sul territorio (il 7,8% del dato complessivo lombardo, ma si consideri quante multinazionali hanno sede a Milano). 55 comuni con il capoluogo Monza che supera i 120mila abitanti, tre con oltre 40mila abitanti (Lissone, Seregno, Desio), tre con oltre 30mila (Cesano Maderno, Limbiate, Brugherio), sette con oltre 20mila (Vimercate, Giussano, Meda, Muggiò, Nova Milanese, Muggiò, Seveso).

Un’area già tra le più sviluppate del Belpaese, ma che potrebbe esserlo ancor più se le potenzialità di Internet fossero maggiormente assecondate. Invece Monza e la sua provincia   hanno un digital divide non solo all’ interno dell’intera provincia ma tra città e città e persino tra i quartieri di una stessa città. Ciò sia a livello di Adsl che di fibra ottica, la cosiddetta FTTC – Fiber to the Cabinet. A fare il punto sull’argomento è uno studio di ULI – Utility Line Italia, uno dei più antichi ISP – Internet Service Provider italiani, con sede a Seveso, fondato nel 1995 da Vittorio Figini.

Nel dettaglio dello studio, la diffusione dell’ADSL, prevalentemente utilizzata dall’utente privato, è molto penalizzata per la distanza dalla centrale telefonica e per la qualità e il degrado del doppino telefonico. La situazione è però paradossale. Ci sono comuni dove non è presente la centrale telefonica, ma il segnale è comunque potente perché appena al di là del comune confinante c’è una centrale. All’opposto ci sono città dove c’è la centrale ma i doppini telefonici sono così vecchi (in alcuni casi risalgono agli anni 70…) che Internet è debole. Così può succedere che in uno stesso comune il segnale sia potente in alcuni quartieri e limitato in altri.

Su 55 comuni la centrale telefonica è assente in 12 comuni (Seveso, Cogliate, Lazzate, Carnate, Barlassina, Caponago, Mezzago, Roncello, Ronco Briantino, Correzzana, Aicurzio, Camparada). E’ presente in tutti gli altri: si va dalle 12 centrali di Monza alle quattro di Vimercate alle cinque di Agrate alla una sola in 23 amministrazioni. Con situazioni anomale: a Seveso, per esempio, ci sono zero centrali telefoniche, nel confinante Cesano Maderno ben cinque.

Nonostante il piano dell’ex monopolista Telecom preveda di portare le cabine in ogni amministrazione italiana, cui il privato e le aziende possano collegarsi e disporre così di un Internet potentissimo e velocissimo, nella provincia di Monza appena nove comuni su 55 attualmente hanno la copertura per la fibra ottica (Monza, Lissone, Seregno, Desio, Cesano Maderno, Brugherio, Vimercate, Arcore, Seveso). Nei restanti Comuni Telecom Italia ha pianificato la copertura FTTC/vDSL, ma manca la certezza sui tempi.

Il risultato –  afferma Vittorio Figini, amministratore e fondatore di Utility Line Italia è un ritardo complessivo sia per quanto riguarda i cittadini che le aziende, che non possono utilizzare le potenzialità di un Internet potente e veloce. I cittadini per esempio rinunciano a comunicare con la pubblica amministrazione o alla telemedicina, ma anche semplicemente possono avere difficoltà ad acquistare biglietti online o a guardare la streaming tv. Le aziende sono invece penalizzate nel business, si pensi all’importanza delle teleconferenze, del VoIP – Voice over IP, della VPN – Virtual Private Network, del trasferimento di file pesanti tramite cloud, tutte tecnologie che consentono a un’azienda di comunicare e trasferire dati alle sedi periferiche o ai partner commerciali in tutto il mondo.”

 “Paghiamospiega ancora Vittori Figiniun ritardo storico. L’ex monopolista Telecom, per giunta di proprietà straniera, ha l’infrastruttura ma vende anche servizi. Si pensi ai corrispettivi francese e inglese cui è stato concesso solo di gestire l’infrastruttura. Seppure in modo disomogeneo, le colonnine per la fibra ottica sono state o stanno per essere installate in tutti i comuni della provincia. La Brianza può essere un laboratorio che anticipi il concetto di autostrada digitale, una priorità del governo del premier Matteo Renzi. Certo ci vorrebbe un indirizzo più chiaro dall’alto, a livello di governo centrale.  In alcune regioni del Sud, dove si è fatto ricorso ai Fondi europei, le cabine per portare la fibra ottica sono più diffuse che qui. L’importante è essere pronti a cogliere l’opportunità, come già stiamo facendo e hanno fatto diverse aziende della provincia. L’obiettivo è ridurre le distanze, sostenere l’economia, risparmiando sui costi e tutelando l’ambiente.