Dopo che Fiat Crysler ha richiamato 1,4 milioni di autovetture, altre case produttrici potrebbero dover fare lo stesso.

A seguito dell’attacco dimostrativo che ha colpito una Jeep Cherokee che ha evidenziato come i cyber criminali possano prendere il controllo da remoto del veicolo, Fiat Crysler è stata costretta al richiamo di 1.4 milioni di autovetture. Il colosso automobilistico potrà così sistemare la falla scoperta nel sistema multimediale e permettere ai viaggiatori di guidare in sicurezza senza correre il rischio di vedersi ad esempio disattivati i freni oppure lo spegnimento del veicolo in mezzo ad un’autostrada.

Il significato di questa minaccia è enorme. Se si è vittima di un attacco hacker portato contro un esercizio commerciale, la banca emetterà semplicemente una nuova carta di credito e rimuoverà eventuali addebiti fraudolenti. Ma se si è vittima di un attacco a un’automobile istigato da un amante abbandonato o da un rivale in affari, le conseguenze potrebbero facilmente essere fatali” ha spiegato John Gunn, Vice President Corporate Communication di  VASCO Data Security

I potenziali pericoli derivanti dall’attacco delle connected cars potrebbero non riguardare soltanto i veicoli di Fiat Crysler ma ogni auto connessa ad internet potrebbe subire la medesima sorte se non ben protetta. È pertanto importante che i produttori oltre che preoccuparsi della sicurezza fisica delle macchine inizino seriamente a porre maggior enfasi sui possibili problemi informatici causati dai cybercriminali.