Il mercato ICT è in crescita: aumentano gli investimenti in molti settori, ma alla chiamata sull’innovazione non ha però ancora risposto la Pa

ict migliora la crescita

Dietro la crescita del cloud, di Internet delle cose, delle nuove applicazioni e soluzioni software vi è la spinta digitale di tutti quei segmenti avanzati nei diversi settori dell’economia italiana, che hanno ripreso a investire nelle nuove tecnologie e stanno accelerando per recuperare efficienza e competitività. A sostenerlo è il 46° Rapporto Assinform che è stato presentato come il “Manifesto per l’Italia che ci crede”. Si tratta di un vero e proprio proclamo che ha l’obiettivo di invitare l’Italia a cogliere l’opportunità strategica del digitale cosicche il Paese possa  finalmente cambiare passo.

“L’Expo ci offre un palcoscenico unico per affermare che ce la possiamo fare. – ha dichiarato Agostino Santoni, presidente di Assinform – Occorre dare rapida attuazione alla Strategia per la Crescita Digitale varata dal Governo nel marzo scorso, collegando a essa politiche di sviluppo e per l’occupazione. Le imprese del settore Ict guardano con responsabilità alla digitalizzazione del Paese e vogliono fare la loro parte mettendo a disposizione tecnologie, competenze, visioni.  Creare valore oggi con il digitale significa aprire l’Italia al futuro, costruendo un paese più efficiente, semplice, trasparente, competitivo, inclusivo, capace di offrire nuove opportunità di crescita e lavoro a tutti”.

Ma da che punto si deve partire?

Dopo anni di difficoltà, il mercato italiano dell’Ict  ha ripreso a dare segnali positivi. Se il 2014, infatti, registra ancora un calo dell’1,4% (era stato -4,4% nel 2013/12),  per un volume di affari di 64.234 milioni euro,  vi sono ormai segmenti emergenti in forte crescita che, iniziata nella seconda parte dell’anno, è attesa consolidarsi sull’onda delle componenti più innovative. Confermate quindi le previsioni di una crescita dell’1,1%  a fine 2015.

In termini di componenti di mercato , l’incremento positivo riguarda il software e soluzioni di nuova generazione (+ 4,2%), i contenuti digitali e  la pubblicità online (+ 8,5%), i servizi di data center e cloud computing (+37%). Si è confermato il decollo dell’Internet delle Cose (+13%) spinto dai settori dell’energia e dei trasporti. Hanno registrato crescite a due cifre l’e-commerce (+17%, trainato anche dal mobile commerce), e le piattaforme gestione web (+ 13,8%).  Anche i PC che sono tornati a crescere (+5,2% i desktop; +10,3% i laptop).

Ma il fenomeno più significativo segnalato dal Rapporto è la ripresa degli investimenti in Ict nel 2014 da parte dei più importanti settori dell’economia italiana : industria manifatturiera  + 0,6% su base annua (a fine 2013, il decremento era stato di -7%), banche +1,1% (-0,8% nel 2013), assicurazioni  +1,5% (-3,6%) utility +1,8% (+ 0,6%), Tlc e media + 0,9% (-0,2%), viaggi e trasporti + 0,8% (-5,7%).

Alla chiamata sull’innovazione non ha ancora risposto la Pa per la quale, invece, è proseguita la contrazione degli investimenti in Ict, seppur con un ritmo in attenuazione. I dati relativi alla spesa digitale nel 2014 della Pa centrale (-2,6%), Pa locale (-2,1%) e della Sanità (-2,2%), se pur migliorati rispetto al passato (nel 2013 la Pa centrale aveva registrato -11,6%, quella locale -7,1%, la sanità
-4,6%), mostrano ancora le difficoltà della digitalizzazione in ambito pubblico. “ La digitalizzazione della Pa non solo è essenziale per l’efficientamento della macchina pubblica, ma può innescare, per le tante interazioni che sussistono fra Pa, cittadini e imprese, un’accelerazione delle transazioni digitali trasversale a tutti settori e nel territorio. – ha commentato Santoni – Una spinta che si può sommare a quanto già sta avvenendo spontaneamente in non pochi ambiti e che dovrebbe indurre a guardare in modo nuovo alle politiche per lo sviluppo, l’innovazione e l’occupazione”.