Nella digital society, è fondamentale la centralità delle persone, con le sue competenze, la sua formazione e il suo bagaglio di esperienze.

Il digitale e le tecnologie esponenziali hanno innescato una rivoluzione di ampie e significative proporzioni in grado di trasformare significativamente la nostra società. Nuovi valori si affermano in un futuro che non può essere, però, di sola tecnologia. E dunque sarà ancora fondamentale, anche nella digital society, la centralità delle persone, con le sue competenze, con la sua formazione e con il suo bagaglio di esperienze. Per queste ragioni la scuola avrà ancora un ruolo fondamentale nel percorso di crescita dei sistemi sociali.

Questi, ed altri temi di grande attualità, sono trattati da Maximo Ibarra, numero uno di Wind e titolare della cattedra Digital Marketing & Strategic Marketing presso l’Università LUISS di Roma.

Ibarra parla di uno “spazio illimitato che si sta aprendo di fronte a noi: nella medicina, nelle nanotecnologie, neuroscienze, nella robotica, nei campi dell’intelligenza artificiale e del computing science. Siamo a un bivio e dobbiamo mettere insieme le migliori intelligenze del nostro Paese, avverte,  per innescare una rivoluzione strategica del modo di intendere la formazione e superare l’attuale  sistema formativo improntato al nozionismo, alla conoscenza verticale, per “silos”, all’intelligenza solo “tecnica” e non emotiva e sociale. Ci siamo dimenticati, – incalza Ibarra – che il nostro Paese ha introdotto, nel novecento, un’innovazione che dobbiamo riscoprire in chiave digitale: “il metodo Montessoriano”:  più soft skills, creatività, attitudine alla personalizzazione e alla capacità di avere sempre chiara la “big picture”,  maggiore solidarietà e rispetto, un profondo senso etico e una condizione di meritocrazia che non  significa sopraffazione bensì merito autentico”.

Il sistema formativo dovrà prestare, quindi, molta attenzione all’unicità ed al talento per valorizzare i pregi di ciascuno ed evitare la standardizzazione della conoscenza. Questa deve essere, conclude Maximo Ibarra, la priorità assoluta dell’Italia a partire da oggi. Senza perdere tempo.