Applicazioni industriali e verticali genereranno dati proprio come fanno le app e i servizi consumer. I dispositivi connessi impatteranno sulle reti aziendali, facendo sembrare il BYOD del 2013 una passeggiata. Attenzione alla sicurezza

Amatelo o odiatelo, l’Apple Watch presentato qualche settimana fa segnala lo sdoganamento dei wearable e, soprattutto, dell’IoT in generale. Tra l’altro, l’azienda non ha presentato solo Apple Watch, ma anche ResearchKit, un framework open source per la raccolta di dati che sfrutta l’ubiquità di iOS per collezionare dati relativi alla ricerca medica su larga scala.

Tutto ciò avviene dopo l’MWC di Barcellona dove i dispositivi connessi e l’IoT sono stati più prominenti che mai. Poco prima di questa fiera, l’analista di Forrester Dan Bieler ha spiegato: “Il matrimonio da lungo anticipato tra big data e mobilità sta avvenendo – e mi aspetto che praticamente tutti i vendor presenti vogliano svolgere un ruolo nel preparativi di questo matrimonio mobile”. Abbiamo visto annunci di auto connesse, iniziative smart city, asset tracking e molto altro. Ma forse, soprattutto, c’era parecchio fermento sulle reti cellulari 5G necessarie affinché tutto questo avvenga su larga scala.

Facciamo un passo indietro e cerchiamo di dare uno sguardo che vada al di là del fermento in ambito consumer. L’IoT non è in realtà un concetto nuovo. Si parla di comunicazione M2M (machine-to-machine) da oltre 40 anni e i dispositivi connessi hanno iniziato a comparire nei settori verticali – tra cui sanità, manifattura, logistica e oil & gas – oltre 10 anni fa. Google ha acquisito Nest per più di $3,2 miliardi a inizio 2014, sviluppando ulteriormente le tecnologie smart home acquistate.

“Fantastico!” voi direte, avremo accesso a case più efficienti e trasporti intelligenti; Apple rivoluzionerà il settore della ricerca medica, telemedicina e sanità domestica consentiranno cure più comode e personalizzate. E tutto questo è solo la punta dell’iceberg. Tutte ottime cose, eccetto per…

La sicurezza. I ricercatori ritengono che il mercato dei wearable da solo varrà $53,2 miliardi entro il 2019. Una marea di dati personali che entrano ed escono dai data center, terabyte di dati relativi a location che viaggiano su Internet, e una superficie di attacco per gli hacker realmente immensa.

Le preoccupazioni legate ai big data e al modo di sfruttare al meglio queste tecnologie sono in primo piano, mentre la sicurezza troppo spesso viene tralasciata.

Abbiamo raggiunto un punto di svolta in cui, grazie all’IoT, applicazioni industriali e verticali genereranno dati proprio come fanno le app e i servizi consumer. Questi device impatteranno sulle reti aziendali, facendo sembrare il BYOD del 2013 una passeggiata.

L’IoT è qui per restare, speriamo solo che sviluppatori, amministratori e produttori di device diano alla sicurezza la stessa importanza dei miliardi di dollari che questo settore produrrà negli anni a venire.

a cura di Filippo Monticelli, Country Manager Fortinet Italia