La disoccupazione cresce al 4,4%,

Anche gli Ingegneri sono in crisi. Questo è quanto emerso da uno studio realizzato dal Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri che ha voluto valutare la situazione occupazionale di questa categoria nel nostro paese.

Dopo un 2011 all’insegna della “resilienza”, i laureati in ingegneria hanno iniziato a subire gli effetti della congiuntura negativa che caratterizza ormai l’Europa (e non solo) da qualche anno. In particolare dopo il 2011, nel quale, al contrario delle altre professioni, il tasso di disoccupazione si era ridotto, tale indice è tornato a crescere raggiungendo il 4,4%, secondo valore più elevato toccato negli ultimi 7 anni. Oltre alla crescita della disoccupazione si è anche evidenziato un aumento del numero degli ingegneri scoraggiati che ha ridotto la ricerca di un’occupazione.

Secondo lo studio effettuato nel 2012 nel nostro paese c’erano circa 16mila ingegneri in più di quanti richiesti dalle imprese, e per la prima volta anche il saldo occupazionale è negativo in tutte le aree geografiche: il Nord ovest ad esempio, da sempre zona ricca di possibilità occupazionali, ha registrato una riduzione di circa 3000 posti disponibili. Ancora più critica è la situazione nelle regioni meridionali dove sono stati contati circa 8mila individui in più rispetto a quelli richiesti.

 

Questa situazione potrebbe essere ulteriormente aggravata dal sempre crescente di numero di studenti che si iscrive e laurea in Ingegneria. Nel 2012 infatti, i laureati in ingegneria residenti nel nostro paese hanno superato i 615 mila individui, 23mila in più rispetto all’anno precedente. La componente femminile sta progressivamente aumentando da qualche anno a questa parte ma la categoria di ingegnere resta comunque prevalentemente maschile: le donne laureate in questo ambito sono circa 100 mila che costituiscono il 15,5% del totale. Nonostante questa statistica si nota che il divario si assottiglia per quanto riguarda la condizione occupazionale: il tasso di occupazione tra le donne è infatti di poco inferiore al 72%, contro il 76,4% rilevato tra gli uomini.

 

Nella fascia di età tra i 35 e i 54 anni, il tasso di occupazione è pari al 94,1%, risultato positivo ma inferiore al 96,1%, registrato nel 2011. Tale flessione non è tuttavia omogenea su tutto il territorio nazionale: mentre nelle regioni del Nord Italia il tasso di occupazione dei laureati ingegneria passa dall’81,9% del 2011 all’80,2% del 2010, il quadro assume contorni più negativi nelle regioni del centro Italia, in cui la quota di occupati passa da quasi il 78% del 2011 al 72,2% del 2012. Quasi inaspettatamente nelle regioni del sud, la situazione appare migliore rispetto agli anni precedenti, visto che il tasso di occupazione risulta in aumento: 68,8%, valore comunque inferiore rispetto alle altre aree, ma pur sempre migliore del 67,4% rilevato l’anno precedente.

 

La situazione resta, rispetto al 2011, sostanzialmente stabile per quanto concerne la distribuzione tra occupati alle dipendenze e lavoratori autonomi, con una netta predominanza dei primi: quasi 3 ingegneri su 4 infatti lavora in qualità di dipendente presso un ente pubblico o una azienda privata. Il divario aumenta, come prevedibile, nelle regioni settentrionali (76,5% di dipendenti contro il 23,5% di autonomi), mentre si riduce sensibilmente nelle regioni meridionali (in tal caso la quota di lavoratori autonomi sfiora il 35%).

 

Lo scenario non evidenzia particolari mutamenti rispetto al 2011 riguardo alla distribuzione tra occupati nel settore industriale e nel terziario, con questi ultimi che si mantengono su una quota che si aggira intorno al 60%. Ma anche in questo caso il quadro cambia radicalmente tra nord e sud Italia: mentre infatti nelle regioni settentrionali il 47,4% dei laureati in ingegneria occupati lavora nel settore industriale, nel resto d’Italia la corrispondente quota si riduce sensibilmente, aggirandosi intorno al 28%.