Il nostro Paese è 25esimo in UE. La Commissione europea si impegna però a creare un mercato unico digitale

La maggior parte dei cyber attacchi in Europa viene dall'interno

Sono innumerevoli le opportunità digitali in attesa di essere sbloccate a vantaggio dei cittadini e delle imprese europei. Dagli acquisti allo studio online, al pagamento delle bollette o all’utilizzo di servizi pubblici: internet è la risposta, ma alle giuste condizioni. Sono queste le conclusioni del nuovo indice dell’economia e della società digitali messo a punto dalla Commissione europea e recentemente pubblicato. I dati (che forniscono un’istantanea, per ogni paese, della connettività delle competenze internet, dell’utilizzo delle attività online, dello sviluppo delle principali tecnologie digitali e dei servizi pubblici digitali) dimostrano che all’interno dell’UE la digitalizzazione dei paesi non è uniforme e che i confini nazionali continuano a rappresentare un ostacolo a un vero e proprio mercato unico digitale, una delle priorità fondamentali della Commissione Juncker.

Analizzando nel dettaglio L’indice si nota che:

L’esperienza digitale dipende dal paese in cui si vive – i risultati variano infatti dai principali protagonisti digitali come la Danimarca (con un punteggio di prestazione digitale pari a 0,68 su un massimo di 1) fino ai paesi con le prestazioni più basse come la Romania (con un punteggio pari a 0,31).

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Per quanto riguarda l’Italia, come si vede dall’immagine sovrastante siamo veramente mal posizionati: 25esimi in Europa e quart’ultimi: peggio di noi solo la Grecia (EL), Bulgaria (BG) e la Romania (Ro).

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La maggior parte dei cittadini europei usa internet regolarmente: il 75% nel 2014 (il 72% nel 2013), con percentuali che variano dal 93% del Lussemburgo al 48% della Romania.

I cittadini europei desiderano accedere a contenuti audiovisivi online: il 49% degli utenti europei di internet ha utilizzato o scaricato giochi, immagini, film o musica. Il 39% dei nuclei familiari che possiedono un televisore guarda video su richiesta.

Le piccole e medie imprese (PMI) incontrano difficoltà nel commercio elettronico: solo il 15% delle PMI vende online e meno della metà di questa percentuale vende all’estero.

I servizi pubblici digitali sono una realtà quotidiana in alcuni paesi, ma quasi inesistenti in altri: il 33% degli utenti europei di internet ha utilizzato formulari online per inviare informazioni alle autorità pubbliche, con percentuali che variano dal 69% della Danimarca al 6% della Romania. Il 26% dei medici di famiglia in Europa utilizza prescrizioni elettroniche che vengono trasferite ai farmacisti tramite internet, con percentuali che variano però dal 100% in Estonia allo 0% a Malta.

Andrus Ansip, Vicepresidente responsabile per il Mercato unico digitale, ha dichiarato: “Questi dati dimostrano che l’Europa sta diventando digitale e che i cittadini europei godono di nuovi, eccellenti servizi. La stragrande maggioranza degli europei usa internet: i cittadini desiderano accedere a contenuti online e noi dobbiamo facilitare quest’accesso. Un mercato unico digitale può offrire loro un accesso più ampio, aiutare le imprese a innovare e a crescere e rafforzare la fiducia nei servizi online quali l’amministrazione elettronica o i servizi bancari via internet. La Commissione europea farà in modo che questo accada.

L’indice digitale è particolarmente rilevante dato che la Commissione europea sta elaborando la propria strategia per il mercato unico digitale, che sarà presentata nel mese di maggio. La strategia mira a creare le condizioni adeguate affinché le imprese e i cittadini europei facciano un uso migliore delle grandi opportunità offerte dalla tecnologia digitale al di là dei confini nazionali. Con la creazione di un mercato unico digitale nei prossimi cinque anni l’Europa potrà generare fino a 250 miliardi di euro di ulteriore crescita e centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro.