Solo il 58% degli smartphone e il 63% dei tablet siano protetti da una soluzione antivirus, mentre il 31% degli smartphone e il 41% dei tablet non richiedono neppure una password.

Gli utenti tendono a sottovalutarne i rischi per la sicurezza dei dispositivi mobile, tanto che il 28% non è consapevole o conosce poco i malware che insidiano questi dispositivi. A rivelarlo una recente ricerca condotta da Kaspersky che, analizzando i dispositivi con sistema operativo Android, ha evidenziato come solo il 58% degli smartphone e il 63% dei tablet siano protetti da una soluzione antivirus, mentre il 31% degli smartphone e il 41% dei tablet non sono protetti neanche da password.

Le abitudini pericolose degli utenti potrebbero derivare dal fatto che il 28% di essi non sa che i dispositivi mobile sono obiettivo preferenziale dei cybercriminali, mentre il 26% degli intervistati ha affermato di esserne consapevole ma di non preoccuparsene.
A peggiorare le cose contribuisce il fatto che il 18% degli smartphone Android non protetti contiene informazioni sensibili che fanno gola ai criminali: codici PIN delle carte di credito, password per i sistemi di online banking e altre informazioni finanziarie. Il 24% di essi contiene, inoltre, le password di accesso ai social network, email personali e di lavoro, VPN e altre risorse sensibili.

Dall’indagine è emerso, inoltre, che le minacce per utenti Android sono molto più frequenti di quelle progettate per colpire i dispositivi basati su Windows*. Gli utenti Windows, infatti, risultano più informati sui pericoli e proteggono i propri dispositivi in 9 casi su 10. Analizzando un periodo di 12 mesi, gli utenti di smartphone e tablet, rispettivamente nel 41% e 36% dei casi, si sono imbattuti in applicazioni nocive mentre, rispettivamente nel 18% e 24% dei casi, hanno subito la violazione dei propri account per i servizi online. Se guardiamo agli attacchi informatici finanziari, essi sono stati rivolti al 43% degli utenti smartphone e al 50% degli utenti tablet. Analizzando i dispositivi basati su diverse piattaforme, la media risulta essere del 31% nel caso delle applicazioni nocive, 14% per la violazione di account di servizi online e del 43% nel caso dei cyberattacchi finanziari – cifre significativamente inferiori a quelle relative esclusivamente ai dispositivi Android.

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