L’azienda ha inaugurato l’Automotive Insight Laboratory, divisione dedicata all’analisi dei big data per consentire alle case automobilistiche di conoscere meglio i propri clienti

settore automotive

Capgemini, fornitore di servizi di consulenza, tecnologia e outsourcing, accoglierà un nuovo laboratorio virtuale dedicato ai produttori di automobili. L’Automotive Insight Laboratory, infatti, è progettato per aiutarli a ottenere valore dai big data per migliorare la customer experience, prima e dopo l’acquisto dell’auto.

La raccolta dei dati avviene tramite più fonti, come tendenze macroeconomiche, aree geografiche e social media, e sono studiate per definire le migliori strategie aziendali e le offerte per i clienti. L’analisi delle abitudini per area geografica, per esempio, ha permesso di classificare con più precisione i consumatori e le loro richieste. Tra i risultati spiccano la riduzione dei costi del 10%, concentrandosi su target più ristretti; la conversione delle vendite raddoppiata o triplicata sulla base di un miglior up-selling e cross-selling; i maggiori ricavi grazie al perfezionamento del targeting dei clienti di 4 volte superiore; l’aumento del 100% dell’accuratezza delle previsioni sulle richieste di garanzia.

L’Automotive Insight Laboratory è parte integrante dell’offerta Automotive Connect, il servizio che aiuta le case automobilistiche a capire i comportamenti e le attese dei consumatori. Ecco alcuni dei servizi che Capgemini offre ai produttori:

Connected Insight: una raccolta di informazioni per studiare come fidelizzare i clienti
Connected Customer: uno strumento per segmentare i dati e personalizzare le offerte, comunicando al singolo cliente
Connected Vehicle: una soluzione per connettere l’automobile alla casa, all’ufficio e consentire la comunicazione tra persone e dispositivi.

Il settore ha tutte le caratteristiche per essere influenzato dai social e dalle abitudini di digital shopping – ha commentato Antonio Ziliani, Responsabile del settore Automotive di Capgemini. – Tuttavia, oggi ai clienti piace ancora essere accolti in uno showroom da un venditore che non ha alcuna conoscenza della loro storia con il brand o di come sono arrivati lì” ha concluso, lasciando intendere che la virata digitale del mondo delle auto rappresenta un’integrazione della tradizione con l’evoluzione, non una netta cesura con il passato.