Più della metà delle imprese italiane sceglie il cloud computing per la gestione dei database e delle informazioni aziendali

In virtù di una connessione di rete stabile e performante, scelta mettendo le offerte adsl più convenienti a confronto, oltre la metà delle imprese italiane opta per la gestione della propria attività sull’uso pervasivo del cloud computing pubblico. Le cosiddette “nuvolette”, infatti, garantiscono efficienza a bassi costi, flessibilità e semplificazione che ben si adattano alle dimensioni e alla situazione di precarietà di molte piccole aziende nazionali colpite dalla crisi.

Per la precisione la percentuale di aziende italiane attive sul cloud computing è del 53%, come rilevato dai dati Eurostat del 2014, valore che permette all’impresa nazionale di posizionarsi al secondo posto nella classifica europea per uso della nuvola pubblica. La stessa situazione è dimostrata dall’indagine di Techconsult, commissionata da Barracuda Network, e che coinvolge 10 stati europei oltre a circa 900 specialisti IT.

Da quest’ultima rilevazione emerge che la pratica del cloud computing si stia rapidamente diffondendo in Italia e in Spagna, dove il settore imprenditoriale è fatto di piccoli e medi soggetti aziendali spesso gravemente colpiti dalla crisi economica. Sotto la media europea del 46% di aziende in cloud sul totale, stanno invece le diffidenti e sicuramente più sane Germania, Austria e Svizzera.

Le principali tendenze che si ricavano dall’indagine riguardano, innanzitutto, i reparti aziendali più attenti alla promozione del cloud computing. Nella maggior parte dei casi, il 54%, la nuvoletta è introdotta in azienda dal reparto IT e dalla business unit, per il 30%. Solo il 21% dichiara, inoltre, che i dipartimenti acquistino i servizi cloud senza un coordinamento. A differenza della media europea del 30% il management italiano, però, spinge all’uso della nuvoletta soltanto nel 9% dei casi.

La seconda questione riguarda l’eterno conflitto tra contenimento dei costi e sicurezza dell’uso del cloud computing. Se il 58% degli intervistati considera la nuvoletta un risparmio e il 40% fa leva sulle caratteristiche di flessibilità e scalabilità, d’altro lato il 39% teme problemi di compliance e il 35% non vuole rinunciare a un controllo serrato. Il trend italiano ricalca quello europeo sebbene con minor sfiducia, calcolata al 6% contro il 18% della media europea.

In ogni caso, oltre la metà delle aziende, il 66%, non pensa che le informazioni aziendali siano meno tutelate sul cloud e anzi, se il 27% pensa che i servizi segreti possano accedere alle nuvole pubbliche indisturbatamente, una percentuale simile, il 22%, crede che lo stesso possa accadere per il server d’impresa. Anche relativamente a questo aspetto gli italiani si rivelano meno timorosi con un 11% di scettici contro il 22% degli europei.

In ogni caso il 57% delle aziende sia italiane che europee ha in programma l’incremento dei sistemi di sicurezza per la rete e il 53% è in cerca di soluzioni per la protezione delle applicazioni. Una fetta ben più piccola, del 18%, risulta da questo punto di vista inattiva, ritenendo inopportuno o inutile la ricerca di metodi di protezione dati ulteriori.

L’ultima delle tendenze riguarda invece l’uso che si fa del cloud computing che riguarda principalmente la condivisione e la collaborazione tra i dipendenti. Il 38% usa la nuvola per lo scambio e la trasmissione dei dati, il 34% per la messaggistica o lo storage, mentre solo il 24% per l’elaborazione di progetti IT. Controtendenza in Italia solo per quanto riguarda il trasferimento dei dati che coinvolge solo il 9% delle aziende contro una media europea del 15%.