Grazie a Red Hat e alla migrazione delle applicazioni critiche, il DAP ha ridotto del 60% i costi complessivi e ottenuto miglioramenti operativi

Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), ente che fa capo al Ministero della Giustizia con  il compito di coordinare e gestire tutte le attività relative agli istituti penitenziari, al personale in servizio presso le varie strutture e ai detenuti, aveva la necessità di ridurre i costi e semplificare la gestione delle proprie applicazioni critiche.

Per questa ragione, a partire dal 2011 il DAP ha deciso di rivoluzionare la propria infrastruttura IT e indirizzarsi messo modelli open source: dopo un’attenta attività di scouting la scelta è ricaduta su Red Hat ed in particolare sulla soluzione JBoss Enterprise Application Platform. I Team delle due società hanno così studiato un piano per la migrazione delle applicazioni critiche da IBM Websphere alla soluzione Red Hat, senza generare interruzioni di servizio.

A partire dalla seconda metà del 2013, la migrazione delle prime due applicazioni è fisicamente iniziata: in circa due mesi Sidet Web 2 (il sistema informatico che raccoglie tutte le informazioni sui detenuti e le rende accessibili via web al personale autorizzato e all’autorità giudiziaria) e SiCo (l’applicazione interna che permette di gestire le mercedi e i salari dei detenuti) sono state virtualizzate con l’utilizzo di Red Hat Enterprise Linux e Red Hat Enterprise Virtualization, e finalmente migrate su JBoss Enterprise Application Platform.

Inoltre, al fine di migliorare la gestione delle piattaforme ed applicazioni specifiche, il team interno del DAP è stato istruito attraverso i servizi di formazione di Red Hat sia in aula che on-premise. Questa attività, insieme alla soluzione adottata, ha portato subito a risultati interessanti: benefici economici innanzitutto, legati alla dismissione di vecchie licenze e di onerosi contratti di manutenzione, ma anche e soprattutto operativi. Dal punto di vista economico, il passaggio a tecnologie open source ed una generale politica di consolidamento tecnologico ed applicativo, hanno permesso al DAP di ridurre i costi complessivi di oltre il 60%.

Solo 7 o 8 anni fa, la gestione complessiva dell’infrastruttura IT costava al DAP all’incirca 5 milioni di Euro all’anno. Ora, con una generale revisione dei sistemi, non ultima l’apertura alle piattaforme open source, questo costo è sceso a 1,7 milioni”, ricorda Rodolfo Cappelli, Responsabile Pianificazione, Acquisizione Risorse e Controllo di Gestione, Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.“Avevamo l’obiettivo di ridurre i costi complessivi di gestione mantenendo la qualità dei servizi offerti, e possiamo dire di averlo raggiunto.”

Ancor più importante è però il vantaggio operativo riscontrato, ovvero la possibilità di gestire l’intera infrastruttura in modo semplice ed efficace, pur avendo a disposizione un team IT di dimensioni ridotte.

Recentemente, il DAP ha completato la migrazione su JBoss Enterprise Application Platform di una terza applicazione critica, chiamata Siap/Afis. Si tratta dell’applicazione che permette il riconoscimento univoco dei detenuti sulla base delle impronte digitali, grazie ad un esteso database dedicato. Questa applicazione si interfaccia con altre del Dipartimento e gioca un ruolo importate nella gestione delle attività quotidiane dell’Amministrazione penitenziaria.