Molto è cambiato fino ad oggi e altrettanto avverrà nei prossimi anni. Chi non innoverà registrerà riduzioni di efficienza e produttività rispetto ai competitor

Il futuro è sempre più vicino. Tutto questo grazie alla tecnologia, il cui sviluppo non è mai stato tanto rapido come negli ultimi anni. Sia a livello aziendale che privato molto è cambiato e molto cambierà ancora. Interessante è osservare come si lavorava in ufficio dieci-quindici anni fa, rispetto ad oggi.

La carta era il padrone indiscusso. Tutto veniva stampato sia per garantire la  comunicazione interna che esterna, ma anche per costituire la documentazione da archiviare. Parlare con i colleghi o con esterni? Avveniva sempre e solo attraverso telefoni fissi e fax. La mail era ancora poco sviluppata, i telefoni cellulari costosi e non utilizzati da tutti. I tempi di “reazione” risultavano pertanto piuttosto lunghi rispetto ad oggi, dove tutto ormai avviene quasi in tempo reale. Fibra ottica, mobile e social sono solo alcune delle tecnologie di ormai non riusciamo più a farne a meno. Gli uffici sono diventati più smart ed orientati ora anche alla sostenibilità ambientale.

E nei prossimi anni cosa succederà? A svelarlo una recente ricerca condotta da Ricoh e Coleman Parkes Research: gli uffici del futuro saranno maggiormente interattivi, collaborativi e semplificati. Parola dei manager italiani intervistati. In particolare il 69% di essi ritiene che saranno introdotti strumenti interattivi touch, sistemi di riconoscimento vocale per svolgere le proprie attività (65%), ma anche occhiali per la realtà aumentata (62%). Non solo. Se si fa invece riferimento ai prossimi 10, 20 anni le prospettive diventano più fantascientifiche: comunicazioni Bluetooth cervello-cervello (31%) e ologrammi che sostituiranno le persone nel corso delle riunioni aziendali (45%). Altra tematica interessante è quella dei robot. Per il 54% dei manager italiani le macchine intelligenti entreranno a lavorare in azienda. Una realtà non troppo lontana questa, considerando che Amazon ha già introdotto robot intelligenti nei propri magazzini, macchinari in grado di spostare i prodotti da una parte all’altra senza il rischio di scontro.

Come si evince da questo esempio pratico la digitalizzazione porta con sé una maggior automazione, con l’uomo, in quanto tale, che rischia di rimanere indietro. Una preoccupazione condivisa peraltro dal famoso scienziato Stephen Hawking nel corso di una recente intervista alla Bbc: “Lo sviluppo di una piena intelligenza artificiale può innescare la fine del genere umano perchè gli umani, che sono limitati da una lenta evoluzione biologica, non potrebbero più competere e sarebbero soppiantati

Indipendentemente da queste idee un po’ catastrofiche, le imprese si stanno orientando verso l’ufficio del futuro? Ancora troppo poche. Secondo la ricerca Ricoh, infatti, nonostante il valore della tecnologia sia riconosciuto ampiamente, soltanto meno di un terzo dei dipendenti (29%) afferma che la propria azienda desidera realmente creare nuovi modi di lavorare e implementare tecnologie che rendano il futuro una realtà.

La questione è molto seria: non innovare significa rischiare di perdere competitività rispetto ai concorrenti e in molti casi di fallire.