A causa di basse opportunità di formazione e aggiornamento, ma anche al ridotto attaccamento all’azienda, è in aumento il numero di lavoratori che vuole lasciare la propria organizzazione.

dipendenti del settore dell’Information Technology hanno un ruolo centrale, all’interno delle aziende, non solo per l’importanza strategica della tecnologia, ma anche perché da essi e dalle loro competenze deriva la sicurezza dei dati più sensibili delle organizzazioni.

Kelly Serices, con un’indagine sulle opinioni di circa 230mila lavoratori di tutto il mondo, cerca di fare chiarezza su alcune delle grandi domande che occupano la mente dei lavoratori dipendenti quando pensano a come gestire vita privata, formazione e lavoro.

Emerge che il morale dei dipendenti rimane basso, con un conseguentemente ridotto impegno sul posto di lavoro. Basti pensare che alla domanda “Quanto ti senti impegnato o legato al tuo attuale datore di lavoro?”, meno di un terzo (32%) di essi, a livello globale, si è dichiarato “totalmente legato” al proprio attuale datore di lavoro. Solo il 27% dei lavoratori in EMEA si dichiara totalmente legato, contro il 30% dell’APAC. Lo scenario è simile passando 
alla domanda sulla lealtà dei dipendenti. Globalmente, solo il 30% di essi dichiara di sentirsi “più leale” verso il proprio datore di lavoro nel 2014 rispetto all’anno precedente. In EMEA, la percentuale scende al 23% mentre in APAC si alza fino al 33%.

Tutto questo provoca una maggior propensione dei lavoratori a cambiare lavoro. Globalmente, il 63% dichiara di essere intenzionato a cercare occupazione in un’altra azienda entro il prossimo anno, con sia EMEA che APAC vicine alla media globale, rispettivamente col 69% e il 65%. Si notano però notevoli variazioni tra i vari Paesi coinvolti nell’indagine: si passa dai più di tre quarti in Italia, Portogallo, Australia, India e Francia, al 50% in Germania e Cina.

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Ma cosa vogliono i dipendenti?

Quando pensa a cosa sia meglio per lo sviluppo della propria carriera, la maggior parte di quanti lavorano nell’IT, a livello globale, dichiara di essere più interessata allo sviluppo delle competenze che all’avanzamento nella scala gerarchica dell’azienda.
Complessivamente, il 60% è più interessato ad acquisire nuove competenze che a raggiungere livelli più alti all’interno dell’organizzazione per la quale lavora (40%). Ma questo dato è fortemente influenzato dal fattore geografico. In EMEA, si bada molto più allo sviluppo delle competenze (62%) che alla carriera (38%), mentre nell’APAC gli intervistati tendono a dare maggiore importanza alla carriera (53%) piuttosto che all’acquisizione di nuove competenze (47%).

In ogni caso, nell’Information Technology, solo un terzo dei dipendenti è convinto di avere la possibilità di fare carriera all’interno dell’azienda nella quale sta lavorando.  La percentuale di fiduciosi è nettamente più alta in APAC (44%) rispetto ad
 EMEA, che si ferma al 29%.

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Si osserva infine che meno di un terzo dei lavoratori dell’IT in tutto il mondo (29%) è soddisfatto delle risorse per lo sviluppo della carriera messe a disposizione dal proprio datore di lavoro. I dipendenti dell’APAC (32%) sono decisamente più soddisfatti, da questo punto di vista, rispetto 
a quelli di EMEA (22%).
I tassi di soddisfazione evidenziano 
un disallineamento tra aziende e dipendenti in alcuni mercati, suggerendo che l’investimento dell’azienda non
viene sempre utilizzato al meglio.

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