I membri del Congresso degli Stati Uniti, dal 2012 a oggi, hanno fatto registrare un aumento notevole dei viaggi tramite Uber. E la società vuole espandersi ancora

Lo sviluppo piuttosto rapido che Uber ha avuto in Italia e in Europa, nei mesi scorsi, ha determinato la nascita di un caso politico: i tassisti hanno protestato e scioperato contro il servizio che collega privati con auto e patente, che mettono a disposizione il loro tempo e la propria macchina in cambio di tariffe più basse rispetto a quelle pubbliche.

Negli Stati Uniti il dibattito verte su come debba essere regolamentata l’azienda: va equiparata a una compagnia di taxi o a un’agenzia di autonoleggio? I politici americani, nel contempo, non stanno a guardare: nel senso che tra le spese per i trasporti dei membri del Congresso, proprio Uber ha fatto registrare un aumento considerevole. Una ricerca della Hamilton Place Strategies, infatti, ha rilevato che le corse sono aumentate del 250% dal 2012 al 2014.

La spesa per il servizio di taxi pubblico, di conseguenza, è diminuita del 33% negli ultimi due anni, sostiene Tom Kise, che ha redatto lo studio. Pare evidente la legittimazione indiretta che riceve il servizio, e non sembra una coincidenza che Uber abbia ingaggiato all’inizio del 2014 David Plouffe, l’ex manager della campagna elettorale di Obama, per ottenere un consenso più vasto sul territorio.

In Germania, nel frattempo, la società si è accordata con HelloFresh per aggirare le restrizioni imposte dalla legge: consegnare a casa dei clienti ceste di cibo fresco pronto da cucinare, scivolando ancora una volta in un’altra identità.