Secondo Akamai nel nostro Paese si viaggia mediamente a 5,8 Mbps, in aumento dell’11% rispetto ai primi tre mesi del 2014

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Qual è lo stato di Internet nel mondo? A fornire una risposta concreta a questa domanda arriva il rapporto di Akamai relativo al secondo semestre 2014. Questa edizione di “State of the Internet” appare come particolarmente interessante perchè, come sottolinea David Belson, che ne ha curato la pubblicazione “Nel report sono presenti un numero importante di “prime volte”: abbiamo infatti osservato per la prima volta una diminuzione del numero di indirizzi IP unici, e per la prima volta la velocità media di connessione a livello globale ha superato la soglia dei 4 Mbps, mentre i clienti Akamai hanno notato una diminuzione della probabilità di attacchi DDoS“.

Se scendiamo più nel dettaglio, un dato che balza subito all’occhio è che la velocità media di connessione globale è cresciuta del 21% rispetto al primo trimestre, superando per la prima volta la soglia di cui parlava Belson e assestandosi su 4,6 Mbps. Il Paese più veloce d’Europa è la Svizzera, con una velocità media di connessione di 14,9 Mbps, ma una crescita sensibile rispetto al trimestre precedente è stata osservata in tutti i Paesi del Vecchio Continente, dal +7,4% della Francia al +27% della Romania.

In Italia la velocità media di connessione è stata di 5,8 Mbps, in aumento dell’11% rispetto al trimestre precedente (Q1 2014) e del 22% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (Q2 2013). Il picco di velocità media di connessione raggiunto nel nostro Paese è stato di 26,4 Mbps, in aumento del 15% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e del 23% rispetto al trimestre precedenti. Nonostante questi dati siano incoraggianti, l’Italia è però l’unico Paese tra quelli europei a registrare picchi di velocità media sotto i 30 Mbps.

Il tasso di adozione della high broadband (<10 Mbps) ha continuato a mostrare una forte crescita raggiungendo il 23% grazie all’incremento del 12% durante il secondo trimestre. Tra i Paesi europei, Svizzera, Paesi Bassi e Romania hanno mostrato crescite superiori al 50% e, con l’unica eccezione dell’Italia, tutti i Paesi hanno evidenziato crescite superiori al 10%.

Anche nel Q2 2014, Italia, Turchia, Emirati Arabi Uniti e Sud Africa rimangono gli unici Paesi EMEA a non registrare tassi di adozione dell’high broadband al di sopra del 10%. Nel trimestre in esame, l’adozione di high broadband in Italia registra però una crescita del 52% rispetto al trimestre precedente (Q1 2014) e una crescita del 102% rispetto allo stesso periodo del 2013. A oggi il 6,6% degli italiani utilizza connessioni al di sopra dei 10 Mbps. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (Q2 2013) l’adozione della banda larga (>4 Mbps) in Italia è aumentata del 28%, stabilizzandosi al 65%. Rispetto al trimestre precedente, si registra un incremento dell’11%.

Relativamente agli attacchi informatici e alla dimensione della sicurezza, Akamai nel trimestre in esame ha identificato 161 Paesi origine degli attacchi, 33 meno che nel primo trimestre. Al primo posto tra le fonti di minaccia svetta ancora la Cina con il 43% degli attacchi prodotti. Al secondo posto l’Indocina (15%) e al terzo gli Stati Uniti (13%). L’Italia è responsabile dello 0.1% degli attacchi generati.
Gli attacchi alle prime 10 porte target sono aumentati dal 55% al 71%. Per la terza volta nella storia del rapporto Akamai, la porta 445 (Microsoft-DS) è scesa al secondo posto tra gli obiettivi preferiti dagli hacker, preceduta dalla porta 80 (WWW/HTTP) con un numero di attacchi quasi raddoppiato al 15%. Interessante notare che però questa porta non è stata la più colpita in alcuno dei 10 principali Paesi.

Il Rapporto sullo Stato di Internet di Akamai include anche un focus sugli attacchi DDoS riscontrati dai suoi clienti. Il numero di questo tipo di attacchi rilevati nel secondo trimestre 2014 è sceso a 270, in calo rispetto ai 283 rilevati nel trimestre precedente che già aveva mostrato una netta diminuzione rispetto al Q4 2013. Grazie ai due trimestri consecutivi di calo, il numero di attacchi DDoS risulta diminuito del 15% anno su anno.

Cambiando argomento, oltre 788 milioni di indirizzi Ipv4 unici in 238 Paesi si sono connessi alla Akamai Intelligent Platform, la piattaforma che raccoglie i dati su cui si basano i Report, nel secondo trimestre 2014, per la prima volta in leggero calo (-0,9%) rispetto al trimestre precedente, che però secondo Belson non deve destare preoccupazione.

L’Italia permane in nona posizione nella top ten globale, nonostante una diminuzione del 3,8% rispetto al trimestre precedente (Q1 2014) e una diminuzione del 4,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (Q2 2013) assestandosi a poco più di 19 milioni di indirizzi connessi. Per quanto riguarda l’adozione di IPv6, il maggior numero di richieste continua a provenire da provider fissi e mobili, capitanati da Verizon Wireless col 50% delle richieste ad Akamai su IPv6. I Paesi europei continuano a guidare la classifica mondiale dell’adozione di indirizzi IPv6, occupando sette delle prime dieci posizioni.

Per finire, il rapporto getta un occhio sulla connettività mobile, che comprende l’utilizzo di Internet da smartphone, tablet, computer e altri dispositivi che si connettono alla rete tramite operatori di telefonia mobile. Nel trimestre in esame, in Italia la velocità media di connessione mobile si attesta sui 4,7 Mbps con picchi medi di 35,7Mbps. In Sud Corea, che continua a mantenere la prima posizione, la velocità media di connessione mobile è cresciuta leggermente da 14,7 a 15,2 Mbps. Per contro il valore più basso spetta al Vietnam, con 0,9 Mbps.