L’adozione del software di produttività libero sta avendo sempre più successo nel nostro Paese. Con la sua adozione la PA potrebbe risparmiare almeno 600 milioni di euro

Tutti gli utenti italiani di LibreOffice hanno finalmente un punto di riferimento. Si tratta della neonata Associazione LibreItalia creata dai membri della The Document Foundation con l’obiettivo di accelerare la diffusione e la promozione della suite, intesa come strumento libero di produttività individuale e automazione d’ufficio in grado di ridurre il digital divide e abbattere le barriere all’accesso degli strumenti di information technology alle fasce più deboli della popolazione. LibreItalia promuoverà inoltre il formato standard per i documenti da ufficio ODF/Open Document Format (ISO/IEC 26300), che è stato recentemente adottato dal Governo del Regno Unito come riferimento per tutti i contenuti, insieme a PDF/A.

L’Associazione LibreItalia è l’evoluzione naturale del movimento che ha portato l’omonima comunità virtuale ad avere più di 2.400 membri in 16 mesi, e la suite a essere adottata dalle Province di Perugia, Bolzano, Cremona e Macerata, da molti comuni, da diverse aziende sanitarie, e da un numero purtroppo impossibile da stimare di aziende private – ha commentato Sonia Montegiove Presidente del Consiglio Direttivo dell’Associazione, che ha contribuito al progetto di migrazione della Provincia di Perugia. – Adottando LibreOffice su larga scala, la pubblica amministrazione potrebbe risparmiare almeno 600 milioni di euro”.

Oltre a Sonia Montegiove, il Consiglio Direttivo è composto da altri sei membri:  Marina Latini, Vice Presidente e Chief Technical Officer; Giordano Alborghetti, Tesoriere; Andrea Castellani, Alfredo Parisi, Gabriele Ponzo e Italo Vignoli, Consiglieri.

Per aderire a LibreItalia, è necessario riempire il modulo e contribuire alle quote sociali. Per il 2014 queste sono state fissate in 50 euro per i soci sostenitori, 10 euro per i soci ordinari e 5 euro per i soci studenti.