Nel primo trimestre del 2014 gli spammer hanno imitato i messaggi provenienti da applicazioni mobile, in particolare le applicazioni di messaggistica più utilizzate come WhatsApp, Viber e Google Hangouts.

Spam mail

Nel primo trimestre del 2014, la quota relativa ai messaggi di spam presenti all’interno dei flussi di posta elettronica globali si è attestata su un valore medio pari al 66,34% del totale dei messaggi e-mail circolanti in Rete. Lo spam si è ridotto del 6,43% rispetto al trimestre precedente ma nei confronti dello stesso periodo dello scorso anno il calo è stato pressochè inesistente: -0,16%.

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Per quanto riguarda le fonti dello spam, la Cina, con il 21,93% (-0,34% rispetto al trimestre precedente) si aggiudica il primo posto, seguita da Stati Uniti (18,81%, in crescita dell’1,23%) e Corea del Sud (12,95%, in riduzione dello 0,91%). Quarto e quinta posizione per Taiwan (6,45%) e Russia (5,71%). I paesi asiatici risultano essere quindi i più attivi “fornitori” di email malevole (54,31%); subito dietro gli stati del NordAmerica (19,30%) ed Europa Orientale (15,24%).

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Il  trimestre in esame è stato caratterizzato dai tentativi degli spammer di imitare i messaggi provenienti da applicazioni mobile, in particolare le applicazioni di messaggistica più utilizzate come WhatsApp, Viber e Google Hangouts. Questi finti messaggi avevano lo scopo di diffondere sia malware che pubblicità innocua. La popolarità crescente dei dispositivi mobile ha portato ad un aumento degli attacchi di phishing mirati agli ID Apple.

Molti utenti di dispositivi mobile sono abituati alla sincronizzazione dei propri contatti e al fatto che talvolta i messaggi provenienti dalle applicazioni mobile possono arrivare anche via email, in pochi hanno la consapevolezza che WhatsApp in realtà non è direttamente collegato a un servizio di posta elettronica. Questa mancanza di cautela, però, potrebbe essere stata costosa considerato che le mail inviate contenevano in allegato il famigerato Backdoor.Win32.Androm.bjkd, la cui funzione principale è quella di rubare i dati personali degli utenti.

Recentemente abbiamo assistito ad una crescita del numero di attacchi mirati agli utenti mobile. Questi dispositivi sono diventati popolari anche tra gli utenti che hanno poca dimestichezza con i computer e quindi meno familiarità con la sicurezza informatica. Questo ha favorito gli attacchi da parte di spammer e phisher. Per proteggersi, gli utenti dovrebbero ricordarsi di non aprire mai le e-mail provenienti da mittenti sconosciuti e soprattutto di non cliccare mai su nessun link contenuto in queste e-mail. Cliccando su questi link non sicuri l’utente mette a rischio la propria sicurezza indipendentemente dal dispositivo che utilizza, che si tratti di computer o dispositivi mobili”, ha dichiarato Darya Gudkova, Head of Content Analysis & Research Department di Kaspersky Lab.

Per visualizzare le minacce in tempo reale è invece possibile consultare la CyberMap