Ogni anno, in Europa il costo del contante ammonta a 100 miliardi di Euro. I pagamenti elettronici sono ancora poco sviluppati, soprattutto in Italia, dove il 90% di quelli al dettaglio è effettuato utilizzando contante

I vantaggi riconducili ad una significativa riduzione nell’utilizzo del contante sono immediati: basti pensare che in Europa ammonta a 100 miliardi di Euro l’anno il costo del contante; per la produzione, la sostituzione, il trasporto e la sicurezza del contante si spendono ogni anno 10-15 miliardi di euro, equivalenti all’1% del PIL. A ciò si aggiunge il fatto che i metodi di pagamento alternativi facilitano un controllo più puntuale dell’economia sommersa, favorendone quindi un progressivo contenimento (l’incremento dei pagamenti elettronici è in grado di determinare entrate e recuperi fiscali per il 5-15%), un aumento della sicurezza (le frodi sulle transazioni via carta di credito sono nettamente inferiori) e una crescita dei consumi (il valore aggiunto per incremento nell’uso dei pagamenti elettronici nel periodo 2008-2012 è stato stimato in 11 mld $).

Questi sono solo alcuni dei dati emersi durante uno Workshop CeTIF “La redditività dei servizi di pagamento: innovare per generare valore per il cliente” tenutosi presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

In una situazione europea di grande disomogeneità (Banconote e monete rappresentano solo il 3% dell’economia svedese, a fronte di una media del 9% nell’eurozona, mentre in Italia il 90% dei pagamenti al dettaglio è effettuato utilizzando contante), le evoluzioni normative spingono verso la costruzione di un mercato unico dei pagamenti e verso la diffusione della moneta elettronica; in particolare, le linee guida SEPA (Single European Payment Area), la Direttiva sui Sistemi di Pagamento (PSD) e alla Direttiva sulla Moneta Elettronica (EMD) disegnano uno scenario nel quale i sistemi di pagamento interbancari sono resi interoperabili attraverso uno standard unico a livello europeo, e nel quale sono applicate procedure condivise che regolino i rapporti tra banche, Pubblica Amministrazione, Istituti di pagamento e di moneta elettronica e utenti finali.

Privati e imprese sono propensi all’utilizzo di nuove tecnologie e servizi innovativi, che generino risparmi di costo, di tempo e migliori esperienze di pagamento; d’altra parte le tecnologie per i pagamenti elettronici, strumento abilitante ed imprescindibile per favorire la progressiva digitalizzazione dell’economia, sono sempre più diffuse.

Come emerso dagli interventi dei relatori che hanno partecipato alla giornata, banche e nuovi operatori si stanno adoperando attivamente per identificare i nuovi razionali di valore dei pagamenti, la loro redditività e disegnare nuovi modelli di business. Nonostante l’incertezza degli scenari futuri è probabile che il nuovo mercato sia caratterizzato da una fitta rete di relazioni basate sulla coopetition, un tipo di collaborazione competitiva auspicata oggi da banche, provider di servizi di pagamento, payment institution e altri operatori non finanziari. Ad esempio è possibile che i diversi attori coinvolti nelle nuove forme di E-Business e in forme innovative di pagamento trovino accordi per presidiare alcune o tutte le differenti parti della catena del valore dei pagamenti. L’aggregazione dei payment services e dei servizi a valore aggiunto (quali campagne di loyalty, couponing, parking, ticketing, ecc.) offerti da player finanziari e non finanziari sembra dunque essere l’elemento principale su cui si baserà lo sviluppo del mercato nell’arco dei prossimi anni. La rete e la tecnologia mobile si dimostrano il mezzo ideale per favorire tali sviluppi. Tocca al mercato riflettere sul cambiamento di paradigma che dovrà portare a nuove possibilità di fruizione, comunicazione e fidelizzazione del cliente e, quindi, alla nascita di nuovi prodotti e servizi, non solo per quanto riguarda il canale fisico, ma per tutti i dispositivi di supporto alla mobilità in un’ottica integrata.