Pesa l’aumento della concorrenza. L’abolizione del roaming tariffario internazionale potrebbe costituire un’ulteriore batosta

Il 2013 è stato un anno critico per la maggior parte degli operatori di Tlc i cui conti semestrali hanno sofferto profondamente. Tale riduzione nei ricavi è dovuto soprattutto al fatto che la maggior parte dei clienti sta adottando offerte voce e dati intorno ai 10 euro mensili, un livello di spesa ben al di sotto di quanto mediamente spendevano negli anni passati. Come ben noto è difatti in atto una vera e propria guerra tra gli operatori, che pur di accaparrarsi i clienti portano al ribasso i propri pacchetti offerti. Oggigiorno quindi la speranza per gli operatori di telecomunicazioni è quella di compensare in parte questo forte downpricing moltiplicando il numero di Sim per cliente.

Ma vediamo più nel dettaglio la situazione delle diverse aziende di telefonia.
Per Telecom Italia il 2013 sarà un anno di grande sofferenza: la pressione competitiva è semrpe più elevata, le nuove reti crescono con difficoltà e incidono marginalmente sui ricavi, gli azionisti esistenti si defilano e in più è giunta da Vodafone la richiesta di danni da un miliardo di euro. I ricavi di gruppo sono calati nel semestre del 7,0%, quelli italiani (“domestic”) del 10,4%. Il Brasile ha ceduto il 3%, mentre l’Argentina, che fino a poco prima cresceva in doppia cifra, ha registrato un debole +3% anche a causa dalla flessione del cambio. L’Ebitda scende nel semestre al 38,1%, un punto e mezzo meno dell’anno prima e si registra un risultato netto negativo per 1.224 milioni contro i +1.456 dell’anno precedente.
Vodafone di certo non se la passa meglio: il 19 luglio ha comunicato di aver subito un calo del 17,6% nei ricavi mentre l’Ebitda è sceso del 22,6%. Oltre che nel nostro paese il gruppo britannico ha registrato una significativa riduzione anche in Spagna. Wind al contrario riesce a mantenere una stabilità di ricavi al netto della variazione delle tariffe di terminazione. I primi sono aumentati ancora dell’1,9% nel secondo trimestre, dopo lo +0,8% del primo trimestre, ma comprendendo le variazioni dei ricavi da terminazione, il fatturato cala rispettivamente dell’8,5 e dell’8,7%.
3 Italia pone invece l’accento sull’effetto del passaggio da una struttura asimmetrica di prezzi di terminazione che per anni l’ha favorita (prezzi più alti per chi chiamava i clienti di “3”) ad una simmetrica, che, secondo la società di Hutchison, sarà compensata ad un ulteriore controllo dei costi e dall’espansione della base clienti. Fastweb, controllata da Swisscom, ha invece evidenziato che “la fortissima concorrenza nel segmento residenziale ha ridotto l’Arpu del 9,0%”, anche se questo “è stato più che compensato dalla crescita degli utenti”.

Un altro fattore che nei prossimi mesi potrebbe fortemente minare la sopravvivenza delle aziende di telefonia è l’abolizione del roaming tariffario internazionale così da affermare il principio di un “single market” voluto fortemente dalla Commissaria Ue Neelie Kroes. Probabilmente a seguito degli avvenimenti di quest’estate più che ad una sua completa abolizione verrà predisposta una graduale riduzione tariffaria internazionale. In particolare le indicazioni più recenti parlano di un’eliminazione nel 2014 degli oneri per le chiamate entranti, di una riduzione del 40% del differenziale per le chiamate in uscita e del 70% per il traffico dati.

Intanto gli operatori di telefonia attendono con molta preoccupazione il comunicato ufficiale.